La Rai si rinnova chiamando Rita Pavone a Sanremo. Sovranista, residente in Svizzera e grande appassionata di Matteo Salvini.
A sinistra Rita Pavone, 74 anni, sovranista con la residenza in Svizzera.
L’ultima volta che ha partecipato al Festival di Sanremo era il 1972 e, sei giorni prima, Andreotti aveva giurato per il suo primo governo. Nel tempo libero mette i like a pagine inneggianti a Mussolini, fa endorsement per Salvini (prontamente ricambiata), attacca i Pearl Jam che osano chiedere “porti aperti” e dà a Greta del “personaggio da film horror”.
Lei a Sanremo ci sarà.
A destra Rula Jebreal, 47 anni, giornalista italo-palestinese, donna, nera, libera, colta, impegnata.
Ha 5 anni quando la madre si suicida annegandosi per gli abusi subiti durante l’infanzia. Rula trascorrerà i successivi 13 anni in orfanotrofio, prima di trasferirsi con una borsa di studio in Italia, dove lavorerà come giornalista di punta di alcune delle principali testate di stampa e televisive. Trasferitasi a New York, è stata la prima donna inviata in Siria dal “New York Times”. Parla fluentente quattro lingue (arabo, ebraico, italiano e inglese) e da anni si batte per la parità di genere, i diritti, contro ogni forma di razzismo, xenofobia, contro la violenza sulle donne, per l’accesso alla cultura e all’informazione. Avrebbe dovuto presentare il Festival.
Ma lei a Sanremo non ci sarà.
Ecco la nuova Rai sovranista, dove non conta chi sei, se sei brava, capace, competente e fai cultura. Conta solo odiare dalla “parte giusta”.
Sanremo, Italia, 2020.
Buon festival a tutti.
Lorenzo Tosa