Sanna Marin ha 34 anni, è donna, è social-democratica, è orgogliosamente figlia di due madri e, da poche ore, è la più giovane premier della storia della Finlandia e il più giovane primo ministro al mondo. Rappresenterà il nuovo governo che guiderà da oggi la Finlandia.
-
Sanna Marin, 34 anni;
-
Li Andersson, 32 anni;
-
Katri Kulmuni, 32 anni,
-
Maria Ohisalo, 34 anni;
-
Anna-Maja Henriksson, 55 anni.
Questo è il nuovo governo che guiderà da oggi la Finlandia.
Cinque donne, di cui quattro trentenni. Inclusa, e su tutte, la ragazza in mezzo, Sanna Marin, 34 anni: da oggi la più giovane premier del mondo, oltre che della storia del suo Paese.
Cresciuta, stando a quanto riportano i media finlandesi, da due mamme.
Il fatto che siano giovani e siano donne significa che automaticamente guideranno al meglio il loro paese?
No, assolutamente no.
Forse il loro sarà il miglior governo di sempre, forse il peggiore, forse una via di mezzo, chi lo sa.
Di certo il più grande torto che possiamo ora far loro – dimostrando di non aver imparato nulla – è proprio appiccicargli l’etichetta di brave a prescindere, di trattarle con condiscendenza, di giudicarle non per i meriti che sapranno guadagnarsi o meno sul campo, ma per la loro carta d’identità.
Ancora una volta.
La Finlandia, il suo popolo e i suoi partiti di governo hanno dimostrato tutta la loro maturità e apertura mentale nel compiere questo passo.
Ma aver dato vita a un governo che finalmente superi le disparità di genere e dia spazio alle nuove generazioni è solo il primo passo. Non un punto d’arrivo.
Per quello servirà ora mettersi in marcia e dare il meglio. E giudicare il lavoro per i risultati. Così come dovrebbe essere. In attesa che un giorno la notizia di un governo di giovani donne, nel mondo, non desti più sorpresa, stupore e meraviglia.