Gli eccipienti sono quelle sostanze contenute in farmaci ad assunzione orale che sono considerate inattive, cioè non aventi un effetto biologico o terapeutico diretto, vengono aggiunte alla preparazione per i motivi più svariati: favorire la trasportabilità del principio attivo, allungarne la durata, semplicemente dare una colorazione che aiuti a distinguere i medicamenti …
Ora arriva notizia dal Brigham and Women’s Hospital di Boston di una ricerca pubblicata su Science Translational Medicine che afferma che queste sostanze inattive non lo sono affatto, perlomeno per pazienti con specifiche sensibilità, infatti gli eccipienti dei farmaci possono scatenare allergie e intolleranze.
C. Giovanni Traverso gastroenterologo del Brigham e nel dipartimento di ingegneria biomedica del MIT insieme con vari colleghi tra cui il dottorando biochimico Daniel Reker, il medico internista Steven Blum e il direttore esecutivo del dipartimento di farmacia John Fanikos, hanno iniziato a investigare il tema per via di un caso reale occorso con un paziente celiaco a cui era stato prescritto un farmaco con glutine tra gli eccipienti.
I risultati sono stati sbalorditivi, nel senso che sul mercato esistono centinaia di migliaia di eccipienti diversi, per la precisione 354.597 sono quelli contenuti nei 42.052 farmaci ad assunzione orale da loro presi in esame.
Fra questi ne hanno individuati 38 che sono contenuti nel 92,8% dei farmaci analizzati di cui si sa che possono provocare reazioni allergiche. Il 45% conteneva lattosio, il 33% conteneva almeno un colorante alimentare, solo lo 0,08% conteneva olio di arachidi, però per esempio per i farmaci a base di progesterone non ci sono alternative.
Che vuol dire alternative? uno dei punti messi in risalto nella ricerca è che una mappa di tutti gli eccipienti sarebbe oltremodo opportuna perché considerato che diverse formulazioni dello stesso farmaco hanno eccipienti diversi si potrebbero prescrivere quelli più indicati a pazienti con particolari sensibilità. In altre parole: tutti sappiamo che una volta scaduto il brevetto delle nuove molecole lo stesso principio attivo viene utilizzato da diverse case farmaceutiche per creare varie versioni dello stesso farmaco in concorrenza sul mercato (il nostro SSN li chiama generici), ora se il principio attivo deve essere lo stesso non è affatto detto che gli eccipienti siano identici, ed infatti non lo sono, secondo gli autori sarebbe il caso dunque di essere in grado di prescrivere quelli i cui eccipienti siano davvero inattivi per certi particolari pazienti.
Probabilmente il problema è stato ignorato perché le quantità contenute in una pillola sono talmente basse da far ritenere che siano sotto lo soglia oltre cui possano avere effetto su soggetti con allergie o intolleranze, in realtà però noi non sappiamo quale sia la soglia esatta per ciascun individuo, in soggetti con allergie di grado davvero severo l’effetto nocivo potrebbe esserci. Inoltre c’è il fatto che ci sono persone che assumono giornalmente più medicamenti, magari per patologie diverse, negli anziani per esempio capita spesso, in questo caso visto quanto siano comuni certi eccipienti la quantità assunta può diventare sensibilmente più alta.
Roberto Todini