Il presidente iraniano è morto in un tragico incidente in elicottero

Ebrahim Raisi Il presidente iraniano è morto Afghanistan Iran

Andrea Umbrello

Direttore Editoriale di Ultima Voce


Il presidente iraniano è morto in un tragico incidente in elicottero, lasciando l’Iran e il mondo intero in stato di shock. Il fatale schianto, avvenuto in una zona montuosa dell’Iran nord-occidentale, è stato confermato dai media statali del paese, segnando la fine improvvisa di un leader autorevole e influente. Ebrahim Raisi, insieme al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e altri alti funzionari, stava rientrando da un incontro con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. Le condizioni di nebbia fitta hanno causato l’incidente, inizialmente riportato come un atterraggio brusco prima che emergessero i dettagli dell’impatto mortale.


Nel corso di un tragico incidente in elicottero avvenuto nella giornata del 19 maggio, il presidente iraniano è morto, lasciando l’Iran e il mondo intero in stato di shock. Il fatale schianto dell’elicottero di Ebrahim Raisi , avvenuto in una zona montuosa dell’Iran nord-occidentale, è stato confermato dai media statali del paese, segnando la fine improvvisa di un leader autorevole e influente.

L’elicottero stava trasportando Raisi, insieme al ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e altri alti funzionari, di ritorno da un incontro con il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev. L’incidente è avvenuto in condizioni di nebbia fitta, che ha causato un atterraggio brusco inizialmente riportato come tale prima che emergessero i dettagli dell’impatto mortale.

Nella giornata di ieri, una vasta operazione di ricerca e salvataggio è stata lanciata per localizzare l’elicottero scomparso, coinvolgendo anche la Russia e la Turchia tra i paesi che hanno fornito assistenza. Nonostante gli sforzi, la Mezzaluna Rossa iraniana ha confermato lunedì che i corpi del presidente e delle altre vittime erano stati recuperati, segnando la fine delle operazioni di ricerca.

Il presidente iraniano è morto mentre si trovava nella regione per inaugurare le dighe di Qiz Qalasi e Khodaafarin, un evento di importanza strategica e simbolica per il governo iraniano. Prima della conferma ufficiale della sua morte, veglie e preghiere si erano svolte nella capitale Teheran, con immagini di cittadini inginocchiati in segno di lutto e speranza.

Ebrahim Raisi, 63 anni, era un religioso conservatore strettamente legato al leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei. Considerato da molti come il possibile successore di Khamenei, Raisi aveva consolidato il controllo dei conservatori sull’intera Repubblica Islamica con la sua elezione a presidente nel 2021. Il suo mandato è stato caratterizzato da una politica rigida e inflessibile, in linea con le sue radici nel severo sistema giudiziario iraniano.

Il governo iraniano ha rapidamente rilasciato una dichiarazione successiva alla morte di Raisi, assicurando che le operazioni governative sarebbero continuate senza interruzioni. Numerosi paesi hanno espresso le loro condoglianze per la scomparsa del presidente iraniano. Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha annunciato una giornata di lutto nazionale, lodando Raisi e Amir-Abdollahian come “buoni amici dell’Iran”. Il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso il suo profondo dolore sui social media, mentre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha assicurato pieno supporto e cooperazione con le autorità iraniane.

Anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha manifestato le sue condoglianze, sottolineando l’amicizia tra i due paesi e descrivendo il presidente Raisi e il ministro degli Esteri come “amici veri e affidabili della Russia”.

Tuttavia, la reazione alla morte del presidente iraniano non è stata uniformemente di dolore. Filmati di fuochi d’artificio celebrativi sono apparsi in alcune zone dell’Iran, riflettendo le profonde divisioni che Ebrahim Raisi aveva lasciato nella società iraniana. La sua reputazione, segnata dal ruolo nel famigerato ‘Panel of Death’ che aveva mandato migliaia di prigionieri politici al patibolo, aveva reso Raisi una figura polarizzante. Conosciuto come il “Macellaio di Teheran”, il suo passato giudiziario brutale ha suscitato tanto timore quanto avversione.

Secondo la costituzione iraniana, il primo vicepresidente Mohammad Mokhber assumerà ora la carica di presidente ad interim. Mokhber, che è diventato vicepresidente dell’Iran nel 2021, è destinato a far parte di un consiglio di tre persone insieme al presidente del parlamento e al capo della magistratura. Questo consiglio sarà responsabile di organizzare nuove elezioni presidenziali entro 50 giorni dalla morte di Raisi.

Nato il 1 settembre 1955, Mokhber è anch’egli considerato vicino al leader supremo Khamenei, avendo servito come ufficiale nel corpo medico delle Guardie rivoluzionarie islamiche durante la guerra Iran-Iraq. Mokhber ha una carriera invidiabile, con due dottorati in diritti internazionali e management, e ha precedentemente guidato il Setad, un potente fondo di investimento legato al leader supremo.

Il presidente iraniano è morto in circostanze che lasciano un vuoto di potere e incertezze sul futuro politico del paese. La morte di Ebrahim Raisi segna la fine di una carriera politica rigorosa e di relazioni internazionali complesse. Mentre l’Iran si prepara ad affrontare questa nuova fase di transizione, il mondo osserva attentamente, consapevole delle potenziali implicazioni che la morte del presidente iraniano potrebbe avere sulla stabilità regionale e sulle dinamiche geopolitiche globali.

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