“Se entro il 10 gennaio non ci saranno nuovi casi di Ebola virus, l’epidemia potrà dirsi conclusa”.
Ebola virus era tornata a far parlare di se nel mese di settembre. Ad ottobre il lockdown nella capitale Kampala e nei distretti vicini, con coprifuoco dalle 19 alle 6 e il divieto di spostamento e raduno. Le misure sembrano aver funzionato e da due settimane non si registrano nuovi casi.
Il focolaio
Il primo caso era stato registrato ad inizio settembre nel distretto di Mubende. Il virus aveva poi proseguito la sua corsa, diffondendosi nei distretti vicini e arrivando fino alle porte della capitale. Il 25 settembre i decessi ammontavano a 23 con ulteriori 18 casi confermati e 18 sospetti.
“La capitale dovrebbe avere restrizioni di movimento”
aveva detto il presidente dell’Associazione medica ugandese Samuel Oledo, a fronte dell’aumento dei contagi.
Intervistato dall’emittente radio locale KFM, Oledo aveva sostenuto che il governo era seduto su una bomba a orologeria e che bisognasse fare qualcosa per contenere la diffusione della malattia.
Richieste ascoltate
Il lockdown
Richieste ascoltate. Il 15 ottobre il governo ugandese ha accolto le preoccupazioni del dottor Oledo. Il presidente Yoweri K. Museveni ha dichiarato il Paese in lockdown. Tre settimane di chiusura totale per la capitale Kampala, con un coprifuoco in vigore dalle 19 alle 6 e il divieto di spostarsi tra i diversi distretti. Sospeso inoltre il servizio dei trasporti.
Ebola virus: l’Uganda dichiara la fine del lockdown
Le misure sembrano aver funzionato
Il Center for Disease Control and Prevention (CDC), principale ente di salute pubblica dell’Africa, ha dichiarato il focolaio di Ebola virus sotto controllo. Da ben due settimane non si registrano infatti nuovi casi e anche l’ultimo paziente infetto è stato dimesso dall’ospedale. Il Presidente Yoweri Museveni ha allentato tutte le misure restrittive, segno che la diffusione della malattia ha subito un freno.
“Se non saranno segnalati nuovi casi entro il 10 gennaio 2023 l’epidemia potrà dirsi conclusa”
ha dichiarato Ahmed Ogwell Ouma, direttore del CDC.
Le misure di contenimento hanno dunque dato i loro frutti e lo stesso Ouma ha elogiato il coordinamento del governo ugandese. In circa 70 giorni l’epidemia è stata portata sotto controllo, con 142 casi confermati e 55 morti.
Non solo.
La mancanza di nuovi casi, dichiarano le autorità sanitarie locali, rende obsoleta la sperimentazione dei tre vaccini sperimentali anti-Ebola, spediti nel Paese l’8 dicembre 2022.
Ebola virus: vaccini sperimentali per il ceppo più letale
Il ceppo coinvolto nel focolaio di Kamapala è una variante particolarmente letale di Ebola virus, il Sudan Ebola virus, il cui tasso di mortalità si attesta tra il 41% e il 100%. Sebbene sia il principale responsabile della malattia nelle regioni centrali e occidentali dell’Uganda non esiste ancora un vaccino in grado di contrastarlo.
L’8 dicembre 2022 è arrivata in paese la prima spedizione di tre vaccini sperimentali in grado, sembra, di contrastare il Sudan Ebola virus. Lo ha riportato in un tweet il portavoce del Ministero della Salute Emmanuel Ainebyoona.
Visti però gli effetti positivi delle misure di contenimento e la mancanza di nuovi casi, i media locali confermano che la sperimentazione non è ancora partita. 5000 dosi per le quali si deve ora cercare un nuovo modo grazie al quale testarne l’efficacia.