Ipotesi sull’origine del focolaio di Ebola in Congo

Ebola in Congo

Esattamente due settimane fa abbiamo dato tempestivamente notizia di un nuovo, per fortuna limitato, focolaio di Ebola in Congo.
Mentre continuano le difficoltà logistiche di testare i campioni prelevati dai malati, data l’ubicazione remota dell’area sanitaria di Nambwa, tanto che oggi i casi accertati positivi per la variante Zaire del virus Ebola, su alcune dozzine di testati, sono solo due, dal paese giunge notizia, riportata in un articolo su Science, di una concomitante moria di maiali. Ben 84 maiali distribuiti in diversi villaggi della zona sono morti. La domanda che ci si pone è se possa trattarsi di una coincidenza, da un lato esperti virologi di tutto il mondo sono dubbiosi o perlomeno cauti perchè nelle precedenti epidemie non ci sono mai stati contagi dai maiali all’uomo e le morie di maiali per via di altri patogeni non sono affatto rare nella zona, d’altro canto gli stessi virologi interpellati sono concordi nel ritenere che questi maiali vanno testati, la possibilità va assolutamente esplorata.




Anche perchè in laboratorio è stata già dimostrata la capacita della variante Zaire dell’Ebola di infettare maiali, in natura invece si sono registrati casi di Ebola in maiali nelle Filippine, ma si trattava di un ceppo che non contagia l’uomo. Altra cosa interessante è che in un altro studio è stato dimostrato che l’Ebola può passare dai maiali alle scimmie. In altre parole: se guardiamo allo storico di quanto successo finora scoprire che il focolaio di Ebola in Congo sia partito dai maiali domestici sarebbe una sorpresa, ma dal punto di vista scientifico non sarebbe uno shock o qualcosa di totalmente inaspettato. Altro elemento è che la prima vittima confermata, un cacciatore di 45 anni, pare fosse stato a contatto con la carcassa di un cinghiale. ma potrebbe aver avuto contatti con la carcassa di altri animali selvatici.
Comunque anche se i maiali deceduti risultassero positivi per il virus Ebola rimarrebbe da stabilire in quale direzione sia andato il contagio, se dai maiali all’uomo o viceversa, un’altra osservazione fatta dagli epidemiologi è che se la fonte dell’infezione fossero i maiali a fronte di tanti animali infettati avrebbero dovuto esserci più persone colpite.
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Per quel che riguarda il progredire dell’infezione siamo a quota due morti, tre infettati probabili e 37 sospetti, mentre 300 persone entrate in contatto coi sospetti malati vengono monitorate. Ancora il governo della Repubblica Democratica del Congo non ha fatto sapere se intende iniziare una campagna di vaccinazione, anche se la Merck, la casa farmaceutica produttrice del recentissimo vaccino si era offerta di aiutare. Il vaccino ancora non ha ricevuto l’approvazione definitiva, quindi eventualmente dovrebbe essere somministrato sotto forma di sperimentazione rispettando tutti i criteri previsti per le sperimentazioni ufficiali. Nel caso ovviamente non sarebbe la casa farmaceutica ad occuparsi della sperimentazione, si limiterebbe a fornire il vaccino, sarebbe condotta dal Ministero della Salute del Congo affiancato da Epicentre che è il braccio di Medici senza frontiere che si occupa di ricerca.

Fonte immagine: Red Cross of the Democratic Republic of the Congo

Roberto Todini

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