Una tomografia computerizzata rende possibile riprodurre alcuni suoni della voce di una mummia di un sacerdote datata 3000 anni fa.
Tre millenni: tanto ci è voluto perché Nesyamun, antica mummia di un sacerdote egizio, potesse parlare di nuovo. Per farlo, i ricercatori del Leeds City Museum hanno scannerizzato il tratto corrispondente alla gola di Nesyamun, realizzandone in seguito una versione stampata 3D.
Nell’articolo pubblicato su Scientific Reports si legge come il tratto che permette il passaggio dell’aria in gola produca un suono unico: una volta calcolatene scientificamente le dimensioni, è possibile riprodurre un suono molto simile alla tonalità della voce della mummia in questione.
Il tutto reso possibile grazie a una stampante 3D e all’utilizzo di una laringe elettronica.
Ovviamente non stiamo parlando di parole complete o di un intero discorso: gli scienziati sono stati in grado di riprodurre suoni vocalici, simili ad un “ah” ed “eh”. Ma la scoperta di per sé pone le basi per futuri sviluppi in termini di riproduzione di voci perdute.
Il metodo
Una volta scannerizzata e stampata la gola della mummia, il Dr. David Howard, a capo del progetto, ha utilizzato un altoparlante privato della parte conica, sostituita in seguito con la gola artificiale.
Collegando poi lo strumento a un computer, ha utilizzato la forma d’onda così generata: una sorta di vera e propria laringe.
Grazie ad un software, si è stati in grado di generare un suono che, passando attraverso l’apparecchio, ha dato come risultato un suono vocalico: la voce della mummia.
“Sicuramente al momento non può parlare” ha dichiarato il Dr. Howard “ma è assolutamente plausibile pensare all’ipotesi che un giorno sarà possibile riprodurre suoni complessi e parole simili quelle del passato”.
Un lavoro molto simile a quello del team italiano che nel 2016 ricostruì i suono vocalici appartenenti a Ötzi, la mummia ritrovata in Tirolo.
Chiara Nobis