Da sempre le mele hanno il loro posto nella Didattica: in italiano, la prima frase sottoposta ad analisi grammaticale è quella che racconta della mamma che si reca al mercato per acquistare proprio delle mele (tengo a precisare che se nella frase questo compito viene assegnato al papà, l’esercizio vale lo stesso); in matematica, le mele sono tra i primi elementi ad essere addizionati, sottratti, divisi e moltiplicati; in scienze, è una mela che ha illuminato Newton sul perché un oggetto sospeso in aria, tende a cadere; anche in religione la mela è presente con il suo aspetto e gusto invitanti… insomma, senza questo semplice frutto, spiegare e comprendere alcuni ragionamenti e alcune procedure, risulterebbe piu complicato.
Perché è nella semplicità delle mele che si nascondono la sua bontà e i suoi benefici. Proprio come accade per le persone! Ed ecco che la mela risulta efficace anche per una lezione di vita: a dimostrarlo è Rosie Dutton, un’insegnante di una scuola elementare a Birmingham, in Inghilterra che ha usato due mele per trasmettere ai suoi bambini e alle sue bambine un concetto essenziale.
Prima di entrare in aula, la maestra ha lasciato cadere per terra più volte uno dei due frutti che possedeva; raggiunta la sua classe, ha chiesto ad allievi ed allieve di pronunciare parole e frasi dispregiative nei confronti della mela ripetutamente caduta per terra e di esprimere complimenti e apprezzamenti nei confronti dell’altra (ovviamente, bambini e bambine erano all’oscuro del trattamento che la maestra aveva riservato alla mela che dovevano offendere). Una volta terminato il giro di insulti e di complimenti, rispettivamente rivolti alle mele in questione, Rosie ha tagliato in due parti entrambi i frutti, e quella che aveva subito offese e mortificazioni è apparsa sofferente e ammaccata: questo perché, ha spiegato la maestra, chi subisce il disprezzo altrui, ne soffre e la sofferenza diventa una ferita, un vero e proprio dolore che la persona si porta dentro e che pian piano la consuma e la ammala, nel corpo e nello spirito.
Una splendida lezione di vita, quella che la maestra Rosie ha saputo impartire con l’aiuto di due semplici mele. Una efficace lezione che racconta di un’amara verità, di una triste realtà. Una significativa lezione che dovrebbe essere ripetuta in ogni classe, in ogni contesto educativo: affinché non si verifichino più situazioni complesse e, non raramente, tragiche.
Perché ogni mela possiede la sua quantità di dolcezza, quella di freschezza e quella che la pone tra i frutti più salutari: se trattata con rispetto e badando alle sue esigenze e alle sue caratteristiche, ogni mela può essere la più buona! Anche se debole, anche cadendo, una mela può essere valorizzata: basta pensare a quella che cadde sulla testa di Newton! A volte, a far la differenza è il modo in cui una mela viene osservata, valutata e selezionata; per quel che mi riguarda, quando si tratta di sceglierne una, tendo la mano verso quella un po’ ammaccata o che presenta segni evidenti del passaggio di qualche “bruchetto scavatore”: ho sempre creduto che siano quelle meno manipolate, più buone e più salutari!
Viva le mele! Tutte! Indipendentemente dal colore e dalla forma: quel che conta, è il sapore che ha ogni mela e di cui gode chi la gusta. E non dimenticate che, come insegna la medicina: basta una mela al giorno per togliersi i malanni di torno: circondatevi di mele, quindi, e trattatele nel miglior modo.
Deborah Biasco