Ogni persona vive i suoi giorni sì e i suoi giorni no, incontra difficoltà, deve fare i conti con delle problematiche e deve reggere dei pensieri negativi: parlarne con qualcuno è una delle migliori opportunità che la vita, d’altra parte, concede. Esprimere i propri dispiaceri, elencare i propri malanni, sbuffare per il troppo lavoro o lamentarne in continuazione la mancanza, però, è controproducente soprattutto se questo accade in maniera esasperata ed esasperante: concentrarsi su ciò che non è, su ciò che non c’è, su ciò che non è ancora avvenuto, su ciò che si è perso, non corrisponde alla giusta condotta che permette di rialzarsi e di procedere.
Lamentarsi ripetitivamente senza ascoltare quello che altri ed altre hanno da raccontare, produce effetti negativi non solo su coloro che lo fanno ma anche su chi è disposto o disposta ad ascoltare; e ancora, tali effetti non solo si ripercuotono sullo stato psichico ma anche su quello fisico della persona. Steven Parton, autore e studioso della natura umana, ha definito precisamente in che modo l’atteggiamento lamentoso può ripercuotersi in maniera negativa su chi lo assume e su chi lo subisce indirettamente.
A risentire della negatività altrui, come sostiene il professor Parton, sono le persone particolarmente empatiche poiché lo stretto, intimo contatto con qualcuno che vive una paura, un dispiacere, un’ansia comporta il soffrire la sua stessa tensione: questa immedesimazione deriva da dinamiche sinaptiche, dimostrando che l’altrui pessimismo influisce anche sull’organismo di coloro che gli, le sono accanto. Inoltre, il cortisolo ovvero l’ormone dello stress, provoca alterazioni a carico della pressione sanguigna, causa l’indebolimento del sistema immunitario ed influisce su apprendimento e memoria: è veramente alto il prezzo che una valida capacità empatica deve pagare!
Come si diceva all’inizio, ogni persona vive i suoi periodi sereni e quelli meno tranquilli, ogni persona si ritrova a superare un ostacolo che sembra insormontabile fin quando non fa parte del passato ed ogni persona conosce la tristezza (guai se così non fosse: quanto è indispensabile questo sentimento): ma questo non significa che bisogna concentrarsi sul negativo coinvolgendo nel proprio buio anche chi si avvicina proprio per portare un po’ di luce; pensieri negativi generano altri pensieri negativi trascinando la persona in un circolo buio e cieco e sordo nei confronti di chi avrebbe tanto da raccontare…
Lamentarsi, quindi, nuoce gravemente alla salute propria ed altrui! Come il fumo: anche quello passivo fa male, soffoca e compromette varie funzioni dell’organismo. Amor per sé e per chi è accanto devono suggerire pensieri e parole ed intenzioni nuove: anche l’inverno sa riconoscere quando è finito il suo tempo e bisogna lasciare il posto al sole affinché tutto rinasca, tutto rifiorisca, tutto riprenda ad essere. Certo, occorre anche avere il coraggio di alzare lo sguardo fino al cielo per vedere, per guardare il sole e per godere della sua luce.
Deborah Biasco