Muore Ciro Cirillo, rapito dalle BR nel 1981

 

La notizia della morte di Ciro Cirillo, 96 anni,  è stata resa nota intorno alle 16 dal comune di Torre del Greco, dove l’uomo abitava e dove 36 anni fa fu sequestrato dalle Brigate Rosse. Nato a Napoli nel 1921, dopo la fine della guerra, inizia a frequentare gli ambienti della Democrazia Cristiana del capoluogo campano, entrando a far parte della corrente di Antonio Gava.

Negli anni 60 iniziò la sua ascesa all’interno del partito ricevendo la carica di segretario provinciale. Nel decennio successivo diviene un esponente di spicco della DC grazie ai suoi successi elettorali che lo portano a ricoprire le cariche di presidente della provincia di Napoli dal 1969 al 1975,di presidente della regione Campania nel 1979 e infine di assessore ai lavori pubblici della stessa regione dopo il terremoto in Irpinia. Alle 21.45 del 27 aprile del 1981 viene rapito nella sua casa di Torre del Greco da un commando delle BR guidato da Giovanni Senzani; nell’agguato furono uccisi il maresciallo Carbone e il suo autista Cancello mentre l’assessore Ciro Fiorillo fu gambizzato. La prigionia di Cirillo durò 89 giorni; esso fu liberato  in seguito al pagamento di un riscatto di 1 miliardo e 450 milioni di lire avvenuto il 21 Giugno a Roma. La vicenda Cirillo è circondata da dubbi riguardanti il comportamento assunto dallo stato, che agì in maniera opposta rispetto a quanto fatto per il caso Moro nel 1978. Attraverso l’uso di personalità legate ai servizi segreti, che strinsero rapporti con Raffaele Cutolo, iniziò una misteriosa trattativa con le brigate rosse . Dopo vent’anni di silenzio, Cirillo concesse un’intervista al giornalista Giuseppe D’Avanzo nel quale affermò di aver lasciato ad un notaio una lettera, da pubblicare dopo la sua morte, nel quale era riferita tutta la verità. Tuttavia ciò fu smentito in un’ulteriore intervista al giornale Il Mattino. La scomparsa di Cirillo lascia una serie di domande irrisolte su uno dei misteri più oscuri del secondo dopoguerra italiano, una vicenda che vede intrecciarsi stato, camorra e terrorismo.

 

Francesco Merendino

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