È morto Aron, il cane dato alle fiamme a Palermo

Cane dato alle fiamme

Il cane dato alle fiamme a Palermo ha smesso di soffrire. Ad annunciare la morte di Aron, avvenuta nella notte, è stata la Lega Anti Vivisezione (LAV), attraverso il proprio profilo Facebook:

«Ci hanno appena chiamato dalla clinica. Aron non c’è più. Il suo corpo non ha retto, sebbene lui abbia lottato fino alla fine».

Il 9 gennaio in piazza Croci a Palermo abbiamo assistito all’ennesimo atto di violenza sugli animali. Aron è il nome del cane che, legato ad un palo, è stato dato alle fiamme e bruciato vivo dal suo stesso proprietario, colui che doveva amarlo. Alla luce dei fatti emersi l’uomo è stato denunciato, attualmente in stato di libertà, per maltrattamento di animali e danneggiamento.

Le condizioni di Aron fin dal primo momento erano disperate e nell’ultimo bollettino veterinario diffuso nella serata di ieri, intorno alle 19, i medici avevano ribadito la gravità della situazione. Il cane dato alle fiamme era ricoperto da ustioni per l’80% del corpo ed aveva gli organi interni gravemente danneggiati, nonostante ciò come un vero guerriero ha lottato per giorni.

Gli animalisti gridano giustizia attraverso la petizione online: Giustizia per il povero Pitbull di due anni bruciato vivo a Palermo, che attualmente ha raccolto 46.623 firme. Il caso del cane dato alle fiamme non è un’eccezione, il suo nome si aggiunge ad altri, come il povero Leone scuoiato vivo e abbandonato in strada nel Comune di Angri il 10 dicembre scorso.

Dinanzi a tali atrocità bisogna unirsi e combattere affinché venga applicata una pena certa e dura. A tal proposito, l’Associazione animalista LAV di Palermo ha organizzato nella giornata di domani (14 gennaio) alle ore 17 una fiaccolata, in ricordo di Aron dato alle fiamme, per non restare in silenzio.

«Ciao a tutti, domani dalle ore 17 ci troveremo davanti alla clinica Zarcone, in via Catania 66. Sarà un momento commemorativo in memoria di Aron e di tutte le vittime della mano dell’uomo, che ancora non hanno giustizia.
Ognuno porti una candela. Vi aspettiamo. Grazie».

Tuttavia, tante le voci che chiedono giustizia, l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), attraverso la Presidente Carla Rocchi, afferma:

«In questa terribile storia di atrocità e degrado riemerge più urgente che mai la necessità di riconoscere la pericolosità sociale per chi compie questi reati contro gli animali. Lo chiediamo insieme a Link Italia da anni e non c’è più tempo da perdere».

Anche il Comune di Palermo non resta in silenzio dinanzi alla morte di un cane dato alle fiamme. A tal proposito, è stato pubblicato in mattinata il post Facebook della consigliera Viviana Raja.

«Ora vogliamo giustizia, la pena per chi uccide un animale va dai due mesi ai due anni. Troppo lieve. Serve rivedere la legge, la crudeltà verso gli animali è un chiaro segno di problemi sociali e relazionali, collegata alla violenza contro altri uomini. I cittadini ci chiedono di fare qualcosa in merito, purtroppo sfugge dalle nostre competenze. Noi possiamo continuare a lavorare per gli animali fornendo a Palermo tutti i regolamenti sul benessere animale di cui è sprovvista. Il nostro impegno andrà in quella direzione».

Il cane dato alle fiamme e le nuove iniziative contro i maltrattamenti: Gli sportelli LAV

Sempre più frequenti sul web video di pestaggi e animali uccisi, dal gatto scuoiato vivo al cane dato alle fiamme, il fenomeno della violenza sugli animali è preoccupante.

Gli Sportelli LAV contro i maltrattamenti sono un servizio per la cittadinanza per la prevenzione e la repressione dei reati in danno agli animali sul territorio e operano tramite una rete di volontari, le Guardie zoofile e collaborazioni con le Istituzioni locali, le forze dell’ordine, avvocati, veterinari e strutture di accoglienza, con l’obiettivo di salvare animali e garantire loro una nuova vita.

La LAV ha istituzionalizzato il servizio di segnalazione dei maltrattamenti attraverso gli sportelli di Bari, Trento e Verona, aperti a gennaio 2023. Attraverso i tre sportelli sono state raccolte ad oggi un totale di 381 segnalazioni di violenza sugli animali, un numero altamente rilevante e preoccupante. Ma, quantificare il numero reale è impossibile considerando che la maggior parte dei casi di violenza avvengono tra le mura domestiche, senza che ci siano gli occhi di una terza persona che possa denunciare.

A tal proposito, il 17 e il 18 gennaio 2024 la LAV inaugurerà due nuovi Sportelli contro i maltrattamenti sugli animali a Lucca e Bologna, affinché possa essere sempre più facile raccogliere segnalazioni attraverso un numero di telefono e un sito web appositamente sviluppato per caricare denunce anche online.

Cosa prevede la legge italiana in merito alla morte di un cane dato alle fiamme?

Alla luce dei fatti emersi il maltrattamento sugli animali resta un fenomeno diffuso e incontrollato, che deve essere combattuto e punito.

Il maltrattamento di animali è il reato previsto dall’art. 544-ter del Codice penale:

«Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 a 30 000 euro».

La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate, e li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. Inoltre, la pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

L’articolo 544-ter c.p. punisce chiunque si renda autore di “lesioni” o “sevizie” ad un animale. La giurisprudenza ha chiarito che per integrare il reato non occorrono lesioni necessariamente fisiche, ma è sufficiente la sofferenza degli animali, anche nel caso di lesioni di tipo ambientale e comportamentale.

Il cane dato alle fiamme, cosa può fare la comunità?

Le leggi, se presenti devono essere applicate e noi, in qualità di cittadini, possiamo fare la nostra parte. Dobbiamo chiedere e pretendere giustizia affinché chi maltratta o uccide esseri innocenti sia considerato socialmente pericoloso e abbia una pena rigida da scontare. La morte di un cane, dato alle fiamme, può essere associata ad una reclusione dai 3 ai 18 mesi o, addirittura, essere risolta soltanto attraverso il pagamento di una multa?

Il problema è evidente, tanta è la cattiveria contro la quale bisogna ancora combattere. Non si può rimanere indifferenti di fronte alla violenza e ai maltrattamenti sugli animali, per tale ragione ogni caso di abuso deve essere denunciato alle forze dell’ordine e contrastato con tutti i mezzi a disposizione. Unirsi e agire con responsabilità, sensibilità e civiltà affinché la violenza possa diventare solo un brutto ricordo.

Lucrezia Ciotti

 

 

 

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