“E così vuoi parlare di razza?” è un saggio del 2018 scritto dalla giornalista e attivista americana Ijeoma Oluo. Si tratta di un dizionario sul razzismo sistemico e al contempo di un manuale per diventare antirazzisti, un passo alla volta.
“E così vuoi parlare di razza?” (titolo originale So you want to talk about race) è un saggio edito da Tlon scritto per chi crede che neg*o sia soltanto una parola, per chi pensa che il razzismo sia solo quell’insulto rivolto a quella persona nera, per chi non vive il suprematismo bianco sulla propria pelle e dunque non conosce l’influenza che può avere sulle vite di alcuni esseri umani.
Questo saggio nasce da un’esigenza, dal dolore dell’esperienza dell’autrice, dall’impossibilità di tacere di fronte a un fenomeno che ogni giorno marginalizza, ferisce e uccide. Un’analisi cruda e lucida del razzismo sistemico negli Stati Uniti, valida proprio perché nata da reali trascorsi di marginalizzazione e negazione.
Ijeoma Oluo, nata in Texas e cresciuta a Seattle, lega la sua esperienza di vita alla (non solo) sua condizione di donna nera queer. Oluo scrive per educare il lettore che vuole intraprendere una discussione costruttiva sul macro tema della razza, lasciando da parte le hot takes, le “reazioni a caldo” che impediscono di andare a fondo nella questione. Da un confronto inevitabilmente doloroso ma condotto nel modo corretto possono nascere opportunità di comprensione ma soprattutto azioni di contrasto nei confronti del razzismo sistemico.
Un libro per capire davvero il razzismo sistemico
Ogni capitolo di “E così vuoi parlare di razza?” pone un quesito diverso per comprendere il suprematismo bianco in tutte le sue manifestazioni. Ciascun tema analizzato dall’autrice (tra i quali spiccano l’intersezionalità nella lotta per i diritti, il razzismo nei corpi di polizia e nei contesti scolastici, le microaggressioni) è introdotto a partire dall’esperienza personale della Oluo.
Il saggio propone un’ampia visione del fenomeno focalizzando l’attenzione di chi legge sul razzismo sistemico, istituzionalizzato, vera origine di tutti i problemi per i gruppi sociali discriminati. Per comprenderlo spesso non basta la propria esperienza di oppressione, non bastano gli episodi quotidiani di discriminazione: il razzismo sistemico non agisce su un piano personale, bensì collettivo. Se dunque il nostro obiettivo risiede nella volontà di ridurre il male sistemico che il razzismo fa alle persone appartenenti a gruppi etnici minoritari, la definizione migliore da adottare è quella di un “pregiudizio, perpetrato nei confronti di una persona, basato sulla sua razza, se quel pregiudizio è rafforzato da sistemi di potere“. Secondo la Oluo, infatti, “la società in cui viviamo preferisce un razzismo più discreto”.
L’autrice scrive, a proposito della brutalità della polizia:
Non so cosa sia peggio: la paura, l’ansia e la frustrazione frutto dell’ennesimo incontro con un agente che speri e preghi di lasciarti alle spalle indenne, o l’eterna negazione da parte del resto della società della paura e dell’ansia e della frustrazione che provi – un costante promemoria del fatto che chi ha il compito e il potere di proteggerti considera invece la tua pelle come la prova di un reato, e potrebbe toglierti la libertà o persino la vita in ogni momento, senza appello.
Serve combattere il sistema razzista, non le singole persone influenzate da esso. Serve capire come le nostre azioni interagiscono e al tempo stesso sono determinate da questo sistema. Serve vedere il razzismo nel suo insieme, porre attenzione alle cause e agli effetti di esso.
Il privilegio di non comprendere
Non risulta sempre facile, durante la lettura di “E così vuoi parlare di razza?”, immedesimarsi in ciò che viene detto. Questo perché ciascuno e ciascuna di noi vive situazioni quotidiane differenti, che sono il prodotto di scelte personali e situazioni di partenza più o meno privilegiate.
Poche persone sanno esattamente che cosa sia il privilegio e altrettanto poche sanno effettivamente analizzarlo, a partire dalla propria esperienza di vita. Tuttavia, esso rappresenta un tassello imprescindibile per chi vuole comprendere a fondo il razzismo sistemico e le sue conseguenze. Ijeoma Oluo, a tal proposito, utilizza una definizione efficace: il privilegio è “un vantaggio o una serie di vantaggi rispetto a persone di altre estrazioni sociali”.
Il privilegio sta a monte di qualsiasi opportunità ottenuta o obiettivo raggiunto. I benefici di una data posizione sociale non si basano esclusivamente sul merito, anzi. È fondamentale quindi analizzare il proprio privilegio, dal momento che capire dove esso si interseca con l’oppressione di qualcun altro significa trovare l’occasione di operare un reale cambiamento a favore delle persone meno privilegiate. Nel privilegio siamo tutti coinvolti.
Non solo dolore
“E così vuoi parlare di razza?” non soltanto si fa amplificatore di una storia di oppressione e marginalizzazione. Il racconto biografico di Ijeoma Oluo trasmette orgoglio e senso di appartenenza nei confronti di una comunità, nei confronti di un preciso universo culturale e valoriale. Il razzismo sistemico non riesce del tutto a scalfire un valore fondante come l’identità.
Non è solo dolore e oppressione, è anche cultura e storia. Personalmente, la mia nerezza è una storia di forza, bellezza e creatività da cui attingo ogni giorno; è qualcosa di più degli orrori perpetrati dal razzismo. La mia nerezza ha un suo linguaggio, una sua ironia, una sua moda. La mia nerezza è una comunità e una famiglia, e ne sono molto grata. Noi umani siamo esseri resilienti e creativi e, da un costrutto sociale realizzato per brutalizzare e opprimere, siamo riusciti a creare molta bellezza. Possiamo combattere l’oppressione razziale e al contempo riconoscere e apprezzare questo fatto.
“E così vuoi parlare di razza?” si propone come l’inizio di un percorso: apprendimento, dialogo, impegno attivo. Ijeoma Oluo con questo saggio ci ricorda che si può sempre agire, socialmente e politicamente, per aiutare chi non può proteggersi da sé.
Le parole sono sempre al centro di tutti i nostri problemi, e sono l’inizio di tutte le nostre soluzioni.
Luca Oggionni