Il 16 maggio 2023 è uscito in Italia il nuovo lavoro di Paul B. Preciado, “Dysphoria mundi. Il rumore del mondo che crolla”. Edito da Fandango Libri, tradotto da Roberta Arrigoni e pubblicato all’interno della collana “Documenti”, “Dysphoria mundi” utilizza la lente della disforia per leggere il mondo e l’attualità. L’ultimo libro di Preciado è un’opera fondamentale per interpretare il post Covid-19.
L’ultimo testo di Paul B. Preciado, filosofo e curatore d’arte che si è occupato estensivamente di teoria queer e studi di genere, ha un titolo che esplicita già molto del contenuto: “Dysphoria mundi. Il rumore del mondo che crolla”. Gli strumenti che Preciado usa per raccontare il “mondo che crolla” – in bilico tra catastrofe definitiva e rivoluzione mondiale – sono principalmente due. Il primo è quello della disforia di genere: l’autore sceglie di aprire il libro presentando la sua anamnesi, e nelle successive 590 pagine costruisce un parallelismo tra la disforia di genere e la “Dysphoria mundi” che attanaglia tutt3. Il secondo strumento è l’utilizzo degli anni di Covid-19 – e di lockdown in tutto il mondo – per fissare un prima e un dopo. Secondo l’autore, questo ha segnato
l’inizio della fine del realismo capitalista e introduce un nuovo paradigma epistemico.
Catastrofe o rivoluzione?
«Ipotesi rivoluzione»: Paul B. Preciado legge la crisi prodotta dall’avvento del Covid-19 come l’inizio della fine del realismo capitalista. E va oltre: nella cattedrale di Notre-Dame che va a fuoco e anticipa il Covid-19, Preciado vede il vecchio mondo che brucia, e bellezza e possibilità nelle sue ceneri. Se viviamo in un sistema “petrosessorazziale”, vincolato all’uso del petrolio e alle discriminazioni sessuali e razziali, il sistema che brucia è bellezza, rinascita e possibilità.
Così, per il filosofo, ci troviamo ad un bivio. La messa in luce del capitalismo petrosessorazziale, svelato dalle grandi manifestazioni di piazza e dalla nascita di movimenti come Non Una di Meno, Me Too, Black Lives Matter, può portare ad una dura repressione delle istanze e delle pratiche transfemministe, ecologiste, queer e antirazziste, oppure al radicale cambiamento del sistema nel quale viviamo.
“Dysphoria mundi”: il Covid-19
A livello temporale, l’analisi del libro si sviluppa per la maggior parte prima nel periodo immediatamente prima del Covid, con Notre-Dame avvolta nelle fiamme, poi durante l’esperienza di lockdown e di malattia vissuta da Preciado. Il tempo della pandemia – e, soprattutto, del lockdown – è un elemento essenziale in “Dysphoria mundi”. Il filosofo scrive:
Ebbene sì, potrà anche essere passato inosservato al di fuori dei movimenti, ma siamo stati a un soffio dall’assistere a un’insurrezione transfemminsta decoloniale, avevamo riunito i commandos e, come dicono gli zapatisti, “organizzato la nostra rabbia”. Ma questo succedeva prima del Covid, prima che fossimo costretti a rinchiuderci nelle nostre case e che i nostri corpi fossero oggettivati come possibili vettori di trasmissione e contagio, prima che le nostre strategie di lotta fossero decollettivizzate e le nostre voci frammentate.
Per Preciado, l’arrivo del Covid-19 è stato un’utile pretesto per il sistema petrosessorazziale per cercare di frammentare le lotte e i movimenti, e di fermare le insurrezioni che questi ultimi stavano portando avanti. Non tutto, però, è perduto.
La Lettera all3 nuov3 attivist3
A chiusura di “Dysphoria mundi”, Paul B. Preciado dedica con gioia e fiducia uno scritto, una lettera, a tutt3 l3 nuov3 attivist3. Senza femminile e senza maschile, perché l’autore ritiene uno dei più grandi e meritati doni quello di
restituirvi la non binarietà che meritate. Quella che vi è dovuta e che vi è stata rubata. E perché sia chiaro che è il corpo vivente in rivolta contro l’epistemologia petrosessorazziale a insorgere oggi contro il passato.
Secondo Preciado, l’ottimismo c’è e deve esserci, non perché dobbiamo avere ciecamente fiducia nel futuro, ma perché l’ottimismo è un metodo. Saremo in grado di riprendere – e forse, anzi, continuare – da dove abbiamo lasciato? Saremo in grado di avvicinarci ai movimenti dei quali parla Preciado, e che tanto hanno da insegnarci? Riusciremo a fare della disforia del mondo la nostra forza per andare verso il cambiamento? “Dysphoria mundi” è oggi un testo essenziale per ogni attivista, per mettere in discussione ciò che abbiamo fatto finora e scegliere di non muoverci da sol3.