L’IVA sugli assorbenti non è stata diminuita, polemica per le parole di Francesco D’Uva.
Attualmente gli assorbenti sono considerati dei veri e propri beni di lusso, tant’è che l’IVA sull’acquisto è ben del 22%. Nella giornata di ieri, dopo un rinvio e una lunga discussione, la Camera ha respinto la proposta di legge sulle semplificazioni fiscali con ben 253 voti contrari.
Francesco D’Uva, capogruppo M5S alla Camera, ospite di Omnibus su La7 ha così giustificato la votazione: “Non c’è la copertura finanziaria in quel provvedimento. In più non siamo per l’ambiente, di conseguenza non siamo a favore degli assorbenti usa e getta“. Il capogruppo si prende poi la sbriga di elencare alcuni sostitutivi non inquinanti, come la coppetta mestruale e i pannolini lavabili.
Le sue parole non solo sono state fonte di ilarità e polemica sul web, ma hanno anche trovato il dissenso di Gaia Tortora, conduttrice del programma. A darle man forte anche l’ex magistrato Antonio Di Pietro “Cambierei tema” consiglia a Francesco D’Uva.
Tampon Tax: un’occasione persa
La Tampon Tax è la misura proposta dal Partito Democratico per la riduzione dell’IVA dal 22% al 5% sugli assorbenti e su altri prodotti per l’igiene femminile. La mozione ha visto la contrarietà della Camera che con 253 voti contrari e 189 a favore si è espressa contro la semplificazione fiscale.
L’alleggerimento della pressione fiscale suoi prodotti di prima necessità sarebbe stato sicuramente un grande passo avanti per l’Italia. Il Paese, ancora una volta, manca l’appuntamento con il progresso. All’estero infatti alcuni paesi, come il Canada e l’Irlanda, hanno da tempo abolito la tassa. In Inghilterra, Francia, Portogallo, Belgio e Olanda invece la tassa si attesta tra il 5 e il 6%.
Lotta alla povertà
Occasione persa anche per quanto riguarda la lotta alla povertà: una donna in media, nel corso della sua vita fertile, ha circa 456 cicli mestruali. Si è calcolato che l’esborso totale si aggira intorno ai 1704 euro, una cifra che, a seconda dei casi, può aumentare notevolmente. Va poi tenuto conto che in Italia le donne senza un’occupazione si attestano intorno al 51%.
Enza Bruno Bossio, deputata PD, commenta così: “I cinque stelle hanno perso l’ennesima occasione per dimostrarsi autentici e non virtuali difensori delle pari opportunità“. A fermare la proposta, infatti, è stata la presidente M5S della commissione bilancio della camera, Carla Ruocco.
É stata proprio lei a spiegare in aula che il costo di un abbassamento dell’Iva al 10% si aggirerebbe intorno ai 212 milioni, a fronte di 300 che servirebbero a ridurre la tassa al 5%.
L’ironia vuole che il prezzo dell’emancipazione femminile è stato dato proprio da chi ha fatto degli slogan per la lotta alla povertà le basi per la propria propaganda.
Emanuela Ceccarelli