Dopo la mostra evento su Caravaggio e quella su Manet, Palazzo Reale accoglie nelle sue stanze un’esposizione su Albrecht Dürer ed il suo rapporto con il Rinascimento.
L’artista tedesco, nato a Norimberga, vissuto tra il 1471 ed il 1528, si ritrova al centro di due poli culturali fortissimi. La Germania innanzitutto, con un retaggio medievale, gotico e cristiano che s’impone con la durezza del suo stile, lontano dalla riscoperta della antichità romane che in Italia è già attiva e porta a Firenze la dittatura dei soggetti attuata dagli Umanisti nei confronti degli artisti.
Le forme meno complesse del Medioevo vengono lasciate in favore di una complessità anatomica comunque puntuta, tormentata, che si concede più ai tratti sottili dell’incisione e della precisione del disegno piuttosto che al turgido che è cifra stilistica italiana.
L’incisione e non solo la pittura ci danno prova del talento dell’artista di Norimeberga che si concede alle tematiche bibliche, esplora l’arte italiana concentrandosi su Leonardo Da Vinci e l’arte del Nord Italia.
Dürer punta come loro alla scoperta della natura con fare enciclopedico, lavorando su piante ed animali con vibrante realismo stilistico. Proprio su questo punto verte la riconquista del reale dell’uomo moderno, capitolo all’interno della vita dell’artista che non può essere tralasciato.
La mostra sarà a Palazzo Reale fino al 24 giugno. Gli orari sono i seguenti: 14.30 – 19.30 di lunedì; 9.30 – 19.30 di martedì, mercoledì, venerdì, domenica; 9.30 – 22.30 di sabato e giovedì.
Tra le opere dell’artista tedesco esposte, avremo il Ritratto di giovane veneziana, simbolo della mostra, l’Adorazione dei magi.
Iniziata il 21 febbraio, la mostra continua il filone culturale di successo che ha fatto del Palazzo Reale di Milano un ottimo centro di cultura, per le mostre e le collaborazioni con musei esteri, tra cui quello di Philadelfia da cui vengono molte opere esposte in una mostra parallela del Palazzo.
Antonio Canzoniere