Dune di Agrigento: un intero ecosistema devastato dall’uomo

dune di Agrigento

Le dune di Agrigento sono state spianate da una ruspa.

«La natura impiega decine di anni per realizzare una duna costiera, poi arriva la ruspa della ditta incaricata dal comune di Agrigento per pulire la spiaggia di Maddalusa e, in un paio di ore, cancella tutto». Così recita la nota dell’associazione Mareamico volta a denunciare la distruzione delle dune di Agrigento.

Sembra incredibile, ma è proprio così: la ditta incaricata di ripulire la spiaggia ha spianato le dune.

Questa  almeno è la tesi di Mareamico, ma l’azienda ha prontamente smentito l’accusa:

Il tratto di spiaggia oggetto di pulizia, mostrato nelle foto pubblicate dall’associazione Mareamico, si presentava già, prima dell’intervento, pianeggiante

Così ha replicato la Sea, ovvero la ditta in questione.

La Procura della Repubblica, intanto, ha aperto un’indagine contro ignoti per danneggiamento e deturpamento di bellezze naturali, che stabilirà se la responsabilità del fatto è da imputare all’impresa di pulizie o ad altri. Il sindaco della città, Lillo Firetto, ha subito dato disposizione affinché venissero svolte le verifiche del caso.

Mareamico, comunque, ha corredato la denuncia del fatto con un video.



Guardando le immagini, si vede nitidamente una ruspa in azione contro le dune di Agrigento. Si vede poi una gran quantità di spazzatura. Quest’ultima è stata quindi spostata o sotterrata, anziché essere rimossa.

L’associazione ha inoltre spiegato in cosa consiste l’enorme danno provocato dallo spianamento.

Le dune costiere sono un ecosistema protetto dalle leggi comunitarie, svolgono un ruolo importantissimo nella difesa della costa: sono infatti un ostacolo fisico all’avanzamento del mare e costituiscono un consistente deposito di sabbia che può alimentare naturalmente la spiaggia dopo le mareggiate invernali.

Mareamico ha sottolineato ancora quanto sia grave la distruzione, causata con lo spianamento delle dune di Agrigento, di diverse varietà di piante psammofile, delll’habitat di alcuni uccelli e, probabilmente, del nido di qualche tartaruga Caretta Caretta. L’animale, infatti, proprio in questo periodo deposita le uova in spiaggia.

Il riferimento alle direttive comunitarie richiama la Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. Si tratta della Dir. n.92/43/CEE attuata con D.P.R. n.357\97.

Anche il Diritto quindi, addirittura quello Europeo, si è espresso in difesa degli ecosistemi. Probabilmente la Procura riuscirà a stabilire le responsabilità dell’atto scellerato, ma chi ripagherà il danno alla natura?

Mariarosaria Clemente

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