Sabato 29 Luglio, ore 21:15. Aosta.
Alessandro Baricco e l’attrice Valeria Solarino portano in scena la storia dimenticata di Palamede, uno dei più grandi eroi achei ai tempi della guerra di Troia, condannato ingiustamente a morte perché accusato da Odisseo d’aver venduto i piani di guerra achei ai troiani.
A fare da sfondo, il bellissimo Teatro Romano di Aosta, imponente ed elegante sotto le luci della sera. Il tempo indugia sulla pioggia, ma il palco è ben coperto e l’organizzazione impeccabile e pronta ad ogni evenienza.
Baricco entra in scena, si muove tra i pilastri di vetro disposti sul palco e racconta, come solo lui sa fare.
Racconta la storia di questo eroe, bellissimo e dall’intelligenza sopraffina. Omero censurò la storia di Palamede ed allo stesso modo fece la storia stessa per molti secoli dopo, tanto che persino a noi fu insegnata una guerra di Troia parziale e falsata. Prettamente omerica.
Odisseo non è l’eroe che tutti conosciamo e portò via la vita e la gloria all’amato compagno di guerra di Achille, all’inventore degli scacchi e dell’utilizzo della parola d’ordine negli accampamenti. Queste e molte altre furono le invenzioni dell’emblema dell’intelligenza pratica, razionale, orizzontale ed al servizio della sua comunità.
Intelligenza contrapposta a quella di Odisseo: un’astuzia verticale, tradizionalista e conservatrice.
Una lotta eterna tra due pensieri, che forse alberga anche in ciascuno di noi.
Due giovani attori, vestiti di nero, si muovono a tratti tra i pilastri. Per poi farli crollare e lasciare il posto alla fiera Valeria, adornata di lustri e veste rossa. Comincia il monologo, la difesa di Palamede contro le assurde accuse di Odisseo.
Il pathos aumenta lungo il discorso, si fa sempre più emozionante e vibrante. Raggiunge il momento clou ed il cielo pare caricarsi della forza emotiva del pubblico: il temporale si scaglia sul Teatro. Il pubblico, bene al coperto, vede cadere secchi d’acqua ai lati del palco; la pioggia scorre per terra, inonda i tendoni e le luci. L’urlo di Palamede pare richiamare a sé antiche divinità mai esistite.
Baricco non delude mai: ironia, semplicità e magia hanno condito uno spettacolo a dir poco unico.
Noi di Ultima Voce, siamo riusciti a fargli due domande al termine della rappresentazione.
Perché questa scelta di una donna per il ruolo di un eroe maschile?
Perché questi sono supereroi e nessun maschio potrebbe interpretare una cosa del genere.
Bisogna andare oltre la distinzione di maschio e femmina, soprattutto quando si riportano figure mitiche così. In grado di incarnare la bellezza, la forza. Per riuscire a far questo, provare a imitare tutto ciò, bisogna superare il limite dell’uomo.
Qual è il Suo Spleen, Sehnsucht… il Mal de Vivre che La porta a scrivere, a trovare l’ispirazione?
Io sono affamato ed ho sete.
Mi sveglio al mattino e ho fame, di conoscenza. Fame di tutto.
– Associazione Culturale Aosta Classica – Ed. 2017
Isabella Rosa Pivot