Il DARPA (agenzia della difesa americana per i progetti di ricerca avanzata) ha lanciato un progetto denominato Progetto Gremlins, mirato a realizzare un sogno che i vertici militari statunitensi carezzano da tempo, poter dispiegare uno sciame di droni militari partendo da un velivolo pilotato da uomini e riportarli indietro recuperandoli e rimettendoli nella stiva.
Le specifiche richieste dal DARPA
Come certamente saprete negli USA non esistono i “panettoni di stato”, ma neanche gli aerei militari di stato se è per questo, le cose che fanno meglio i privati (tutte quando si parla di produzione) si fanno fare ai privati che diventano contractor della difesa la quale spiega cosa desidera e compra chiavi in mano.
Il DARPA a chi fosse interessato ha richiesto:
_ un sistema che permetta di impiegare e recuperare un drone in volo:
_ preferisce sistemi che permettano di portare il drone nella stiva, piuttosto che soluzioni più semplici già sperimentate come alloggiarli solo l’ala dell’aereo madre, perché vuole poterne impiegare un numero considerevole (l’idea è di stipare la stiva di un C 130) mentre sotto un’ala ce ne puoi far stare pochi:
_ i droni impiegati devono avere un’autonomia che permetta il raggiungimento di un bersaglio a 300 km, un’ora di volo sul posto e il rientro, portando con se un carico utile di 60 libre (27,2 kg).
La principale azienda che ha dimostrato interesse è la General Atomics che ha già fatto un’offerta al DARPA per realizzare quanto richiesto, anche se ancora non è in grado di rispondere ad alcune delle specifiche.
Droni militari: principali problemi tecnici del Progetto Gremlins
La possibilità più gettonata per intercettare il drone in volo è un cavo verticale così come è già stato fatto per recuperare droni da navi in movimento, dopo interverrà un braccio meccanico che lo riporti nella stiva. Il problema è che farlo tra velivoli è molto più difficile, perché bisogna avvicinare ed allineare i velivoli come viene fatto per i rifornimenti in volo.
Il rifornimento in volo di un drone è anch’esso un problema già risolto, ma neanche a dirlo nel Progetto Gremlins ci sono problemi aggiuntivi, un piccolo drone rischia di essere sballottato di brutto dalle turbolenze causate dal gigantesco C-130.
L’unico modo sicuro per riportare un drone intatto a bordo sembra recuperarlo con un braccio abbastanza lungo prima che si avvicini tanto da risentire delle turbolenze. I problemi tecnici con cui la General Atomics si dovrà confrontare se effettivamente sarà il contractor per il Progetto Gremlins non sono pochi, ma non ho dubbi che li risolveranno e presto avremo sciami di stormi dispiegati da una nave madre, uno scenario rivoluzionario ed affascinante.
Roberto Todini