Drappi rossi appesi alle finestre e saracinesche chiuse nei centri antiviolenza

In sette mesi sono circa 60 i corpi senza vita di donne senza colpa. Donne che si ritrovano sole, davanti alla disumanità di un uomo privo di ogni sentimento. Donne che si ritrovano a dover pagare colpe che non hanno. Donne che trovano supporto solo quando il loro corpo giace in una stanza, con il viso gonfio di botte. E non resta che piangere, riflettere e sperare di non essere la prossima. Contro queste violenze ci sono state iniziative, e da anni ci sono iniziative che sono riuscite a diventare realtà: i centri antiviolenza. Centri che aiutano nel concreto donne e bambini che subiscono violenze, centri formati da persone che lottano per per ridare una vita a chi pensa di averla persa. Persone che, purtroppo, si ritrovano a lottare anche con il governo.  Il centro antiviolenza di Palermo “Le Onde”, che dal 1992 ha accolto diecimila donne, dall’ inizio dell’anno sostiene integralmente le spese necessarie per il mantenimento della struttura.

In una nota scrivono:

“Le istituzioni appendono drappi rossi alle finestre, ma i centri anti-violenza chiudono. Non basta indignarsi se una donna viene uccisa per mano del partner o ex partner. Occorrono aiuti concreti: una vita libera dalla violenza è un diritto di tutte le donne”.

Ed è proprio come affermano: dall’inizio dell’anno sono 211 le donne che si sono rivolte al centro, di cui 172 hanno intrapreso percorsi di accoglienza, colloqui con psicologi e  consulenze legali.

www.lettera43.it
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Molti altri sono i centri che non riuscendo a sostenere le spese si trovano costretti a chiudere o a sospendere le proprie attività. Attività essenziali, a cui forse non vine data la giusta importanza. Si tratta di donne, in cerca di aiuto, e di altre donne che, pur volendo, non riescono a mandare avanti intere associazioni a spese proprie. La riflessione è quindi su un problema concreto e in continuo aumento. La richiesta è di un aiuto altrettanto concreto alle associazioni, che sostengono ogni giorno chi viene sfruttato, picchiato o minacciato, che si tratti di donne o bambini, un aiuto umano a chi di umanità ne è pieno.

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