DPad e la versione compatta DPocket, i nuovi tablet presentati a ExpoSanità, consentono di migliorare la vita a pazienti affetti da patologie neurodegenerative.
Era solo questione di tempo, DPad e DPocket sono stati finalmente presentati a Bologna, in occasione di ExpoSanità – la kermesse dedicata alle nuove tecnologie ospedaliere – che si è svolta dal 18 al 21 maggio scorso.
A lanciarli Sapio Life, del Gruppo Sapio, e HelpyLife Technologies, per migliorare sensibilmente la qualità della vita di soggetti con disabilità – temporanee o permanenti – sia nella vita di tutti i giorni, sia nelle aule scolastiche dove i dispositivi diventano un valido strumento didattico. Si tratta di tablet dotati di un comunicatore vocale e che consentono a persone affette da autismo, ma anche a soggetti colpiti da afasia, deficit cognitivi o motori, pazienti affetti da Sla o Sma, di esprimere i propri pensieri attraverso parole, tabelle, immagini.
La CAA – comunicazione aumentativa alternativa – è una pratica clinica che cerca di compensare la disabilità di persone con bisogni comunicativi complessi sfruttando tutte le competenze espressive di un soggetto: i segni, i gesti, i vocalizzi, il linguaggio verbale, oltre alla comunicazione con ausili tecnologicamente avanzati. E’ questo il caso di DPad e DPocket. La loro tecnologia integra perfettamente le caratteristiche di un normale comunicatore vocale con le caratteristiche di un tablet, che implica l’utilizzo di vista, udito e tatto.
DPad richiede l’immissione di dati tramite schermo touch-screen; la grafica non può che essere altamente intuitiva, arricchita di immagini, tabelle e schemi sia ludici che didattici. Non mancano neanche i suoni e la musica, altamente importante da un punto di vista pedagogico e terapeutico. Oltre a questo, DPad e DPocket spiegano a voce ogni attività svolta, semplificando la comunicazione anche attraverso un puntatore oculare per i soggetti che non riescono a impugnare una penna o colpiti da paralisi agli arti superiori.
Nulla è lasciato al caso, ovviamente. Dalla facilità di utilizzo alle dimensioni – soprattutto del DPocket – che li rende estremamente maneggevoli, alla custodia, appositamente pensata per proteggere i dispositivi da urti accidentali. Il valore aggiunto è rappresentato dal software, Dialogo Aac, che attinge da una vasta libreria virtuale immagini, anche animate, selezionate appositamente, creando così delle tabelle personalizzate. Le interfacce, poi, cambiano a seconda delle esigenze dell’utente: da eye tracking per i pazienti affetti da Sla o Sma o patologie che comportano la tetraparesi, a touch screen, da movie face a sensori. Per capire quanto sono sofisticati i nuovi dispositivi, basti pensare che grazie al sistema di puntamento binoculare Tm5 ad infrarossi questi riescono a distinguere un movimento involontario dell’occhio, magari dovuto a uno spasmo, da un movimento volontario effettuato per comunicare.
Un notevole miglioramento soprattutto per chi è affetto da disturbo dello spettro autistico che, generalmente, sa ciò che vuole ma non riesce ad esprimerlo.
Alessandra Maria