Un’antica tradizione impone alle donne mauritane di mangiare a dismisura per ottenere un matrimonio vantaggioso
Ogni paese conserva culture molto particolari, a volte curiose e pericolose, le cui caratteristiche arrivano fino ai luoghi più lontani, alimentando commenti e riflessioni. È il caso della tradizione nuziale di cui sono protagoniste le donne mauritane, le quali, nonostante l’emancipazione che man mano si stanno guadagnando e lo sviluppo culturale di questo Stato, sono ancora costrette a sottostare a regole ferree, come quella dell’alimentazione forzata.
Ancora oggi, nella maggior parte delle comunità di questo Stato dell’Africa Occidentale, la crescita della donna è finalizzata alla ricerca di un buon marito. Ma tale ricerca può andare a buon fine solo se la donna è capace di rendersi “appetibile” al buon partito che intende “conquistare”. Ciò può avvenire se la promessa sposa risponde a canoni di bellezza ben precisi, decisamente diversi dai nostri. Ecco quali sono.
Donne che sfiorano l’obesità per essere considerate più belle
Ebbene sì, diversamente dalle culture più conosciute, tra cui la nostra, per le donne mauritane essere magre è una caratteristica negativa. Difficilmente una donna snella, slanciata e normopeso entrerebbe nelle grazie di un uomo facoltoso. Al contrario, più le loro forme saranno accentuate, maggiore sarà il loro peso e più alta sarà la possibilità di convolare a nozze. Per questo le fanciulle, sin dalla tenera età sono sottoposte alla pratica del gavage, una prassi dalle origini molto antiche che costringe le ragazze a ingerire ogni giorno molti Iitri di latte e cibi ipercalorici e grassi.
Esse non possono ribellarsi a questa tradizione, e se lo fanno, esistono dei veri e propri “centri di correzione” gestiti dalle donne più anziane della comunità, che si occupano di riportare le ragazze “sulla retta via”, in una sorta di ribaltamento dei nostri ricoveri per anoressici. In altri casi, le giovani donne mauritane ricorrono a farmaci dopanti a uso veterinario che stimolano il senso di fame, che reperiscono facilmente al mercato nero in quanto vietati dalla legge.
Con questa pratica, le donne sfiorano l’obesità e soffrono di tutte le conseguenze che provoca un’alimentazione sbagliata. Infarti, patologie cardiovascolari, diabete, ipercolesterolemia e problemi alla spina dorsale sono i danni in cui incorre la maggior parte delle donne mauritane. Ma cosa c’è alla base di questa pericolosa ma radicata usanza?
Perché la Mauritania concepisce un canone di bellezza opposto a quello del pensiero comune?
La tradizione che vuole le donne mauritane notevolmente sovrappeso, abilmente documentato dalla regista Michela Occhipinti nel suo blockbuster Il Corpo della Sposa, è decisamente in contrasto con il canone di bellezza condiviso dalla maggior parte del mondo. La motivazione può essere ricercata tra le radici della società mauritana, la quale ha ammesso per secoli lo schiavismo. Gli schiavi, a causa della loro alimentazione fatta di scarti di cibo e del duro e ininterrotto lavoro, erano magrissimi. Questa caratteristica fisica li distingueva dalle famiglie benestanti e dai loro padroni e padrone, che invece mangiavano lautamente e non si sottoponevano a sforzi fisici. Per questo, oggi una persona magra può essere identificata come membro di una famiglia dai mezzi limitati, che potràcontrarre un modesto matrimonio. Al contrario, un corpo pieno di forme è sinonimo di ricchezza e può quindi ambire a una vita agiata.
Silvia Zingale