Per la pandemia delle diseguaglianze non esiste vaccino. La condizione delle donne rischia di essere peggiorata dal Covid, aggravando la disparità di genere. Lo dimostra una ricerca condotta in sinergia tra Woman Deliver (organizzazione con sede a New York che si occupa di difesa dei diritti e di parità di genere) e Focus 2030 (con sede a Parigi).
I risultati della ricerca sembrano confermare le preoccupazioni sinora diffuse anche nel nostro paese. L’impressione che le donne, pur essendo in prima linea nei settori della sanità, della ricerca, dell’assistenza agli anziani, della scuola e della ristorazione, abbiano poca voce in capitolo sui programmi di rilancio economico e sulle scelte politiche e sanitarie riguardanti il Covid.
Donne e Covid: la ricerca
Sono donne sette persone su dieci quelle che si impegnano in prima linea nella risposta al Covid, lo dimostra il sondaggio globale di Woman Deliver. Per la ricerca sono state intervistate circa 17.000 persone, uomini e donne di 17 paesi. Il covid acuisce le disparità di genere rischiando di vanificare gli sforzi fatti prima dell’avvento della pandemia. Ma non solo, le donne, protagoniste in ogni settore cruciale per la ripartenza, hanno poca voce in capitolo sui piani economici che i governi dovranno mettere in campo.
Secondo 8 intervistati su 10 queste ultime dovrebbero essere maggiormente coinvolte nelle politiche sanitarie in risposta all’emergenza. Il sondaggio cita un’altra ricerca preoccupante in termini di parità di genere che evidenzia il fatto che in 30 paesi le persone con poteri decisionali siano solo per un quarto di genere femminile. Nulla di nuovo se pensiamo che il comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sia per il 20% composto da donne, nonostante le ricerche rilevino che le risposte preliminari adottate contro la pandemia siano più efficienti quando vengono coinvolte.
Covid e disparità di genere
L’allarme sulle diseguaglianze arriva anche dalla Banca Mondiale e dalle Nazioni Unite. Durante il periodo di lockdown si è registrato un aumento di casi di violenza domestica. La casa non è un luogo sicuro per le vittime di femminicidio: una donna ogni tre giorni secondo i dati Eures del 2020. Un trend negativo che le restrizioni anti-covid hanno contribuito a peggiorare.
Dal punto di vista lavorativo ed economico le cose non vanno di certo meglio. Secondo le stime dell’Onu 47 milioni di donne cadranno in povertà estrema nel 2021 percependo un compenso inferiore a 1,90 dollari al giorno.
Il sondaggio di Woman Deliver e Focus 2030 indaga anche la percezione delle misure di emergenza adottate in un’ottica di uguaglianza e parità di genere. Per otto intervistati su dieci il miglioramento dei diritti delle donne è un obiettivo primario. La percentuale sale al 90% del campione intervistato in paesi come Messico, Kenya, Colombia, Sud Africa e India. Affrontare la disparità di genere per tre persone su cinque aiuterebbe a diminuire la povertà. Anche per questo gli intervistati vorrebbero che i loro governi adottassero misure più efficaci.
Sono tre i principali fattori di disparità di genere emersi dalla ricerca. La distribuzione disuguale delle cure garantite ai cittadini, le diverse opportunità di lavoro e il peso della religione e della cultura nella vita quotidiana.
Divya Mathew, senior manager di Woman Deliver, ha ribadito l’importanza della ricerca. Ha offerto un’immagine reale che dimostra: “dove il mondo ha fallito, ma fornisce anche delle notizie incoraggianti”. La maggior parte delle persone infatti pretende risposte dai propri governanti, politiche più efficaci per risolvere una pandemia che va avanti da troppo tempo: quella della disparità di genere e delle diseguaglianze sociali che il virus sta cercando di inasprire.
Antonio Caputo