Donne e bambini stanno morendo in Afghanistan. Mai così tanti morti nei primi 6 mesi dell’anno da quando è iniziato il controllo UN (2009).
Un rapporto UN ha riportato questo lunedì che l’Afghanistan ha subito un aumento delle vittime civili del 47%. Donne e bambini appaiono le principali vittime dei cambi geopolitici che hanno contrassegnato il 2021 del paese.
Secondo il rapporto, la causa principale delle vittime civili sono stati gli ordigni esplosivi improvvisati, seguiti dai combattimenti a terra e dalle uccisioni mirate.
“Imploro i talebani e i leader afgani di prendere in considerazione la traiettoria cupa e agghiacciante del conflitto e il suo impatto devastante sui civili”, ha detto Deborah Lyons, rappresentante delle Nazioni Unite per l’Afghanistan.
Ci sono stati 1.659 civili uccisi e 3.254 feriti. Le donne e i bambini hanno costituito quasi la metà di tutte le vittime civili. Il 32% erano bambini, con 468 uccisi e 1.214 feriti. Il 14% delle vittime civili erano donne, con 219 uccisi e 508 feriti.
“Il rapporto fornisce un chiaro avvertimento che un numero senza precedenti di civili afgani periranno e saranno mutilati quest’anno se la crescente violenza non sarà arginata”, ha aggiunto Lyons.
Il rapporto ha indicato come responsabili le forze antigovernative per il 64% di tutte le vittime civili, con il 39% inflitto dai talebani. Le forze di sicurezza afgane sono state responsabili del 23% delle vittime civili, e i gruppi armati filogovernativi del 2%. Quasi il 9% è da attribuire al gruppo dello Stato Islamico e il 16%.
I bambini sono stati deliberatamente presi di mira in almeno un’occasione. L’evento più scioccante è stato l’attacco dell’8 maggio fuori dalla scuola Sayed ul-Shuhuda a Kabul, che ha provocato più di 300 vittime civili, studentesse. Dei feriti e degli 85 uccisi, nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità.
Perché stanno morendo donne e bambini?
I Talebani, nelle ultime settimane, hanno conquistato territorio, si sono impadroniti di valichi di frontiera strategici e stanno minacciando una serie di capitali provinciali. Tali sviluppi seguono il ritiro degli ultimi soldati USA e NATO dall’Afghanistan. Il ritiro degli Stati Uniti e della NATO è più del 95% completo e dovrebbe essere terminato entro il 31 agosto.
Il rapporto ha trovato un aumento particolarmente forte di uccisioni e feriti, infatti, nel mese di maggio, in concomitanza del ritiro americano e dell’offensiva talebana. Il numero di civili uccisi e feriti in maggio e giugno, infatti, è quasi uguale a quello registrato nei quattro mesi precedenti.
#Afghanistan conflict claimed more than 5,000 civilian casualties in first half of 2021, with increase in killed & injured during May-June as int’l troops began departure & Taliban launched offensive, finds UN report released today: https://t.co/k2sAHzc7cW pic.twitter.com/WBzM52SdcI
— UNAMA News (@UNAMAnews) July 26, 2021
Mentre guadagnano terreno, i Talebani hanno anche detto che non vogliono monopolizzare il potere. Tuttavia, insistono che non ci sarà pace in Afghanistan finché non ci sarà un nuovo governo negoziato a Kabul e il presidente Ashraf Ghani non sarà rimosso dalla carica.
“Il perseguimento di una soluzione militare non farà che aumentare la sofferenza del popolo afgano”, si legge nel rapporto.
Come andrà a finire?
Gli ultimi colloqui tra il governo afgano e i talebani a Doha si sono conclusi senza progressi significativi domenica, anche dopo che il leader supremo degli insorti ha detto che “favorisce strenuamente” una soluzione politica del conflitto.
“Le due parti hanno concordato di continuare i negoziati ad alto livello fino a quando non sarà raggiunto un accordo. A questo scopo, si incontreranno di nuovo la prossima settimana”, ha detto l’inviato anti-terrorismo del Qatar Mutlaq al-Qahtani che supervisiona i colloqui per Doha.
Intanto il paese rimane tra i “luoghi più mortali al mondo per essere un civile”, secondo Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
C’è da sperare che si realizzino le parole di Lyons:
“Fermate i combattimenti afgano contro afgano. Proteggete il popolo afgano e date loro la speranza di un futuro migliore”.
Francesco Maria Trinchese