Per la prima volta in Arabia Saudita, le donne potranno arruolarsi nelle forze armate. Questo è il frutto dell’ultima riforma del principe ereditario Mohammad Bin Salman Al Saud. Hanno tempo fino a giovedì per presentare le loro domande per il grado di soldato. Le posizioni aperte si trovano nelle province di Riyadh, Mecca, al-Qassim e Medina. Secondo quanto riportato dalla BBC, i ruoli non sembrano includere il combattimento in prima linea; le donne arabe lavoreranno quindi in posizioni di sicurezza.
I requisiti che le donne arabe dovranno soddisfare
La legge prevede 12 requisiti che le donne dovranno soddisfare per poter essere ammesse.
Devono essere cittadine saudite cresciute nel Paese, a meno che non si trovassero all’estero con i loro padri ricoprenti incarichi ufficiali. Le candidate devono possedere almeno il diploma di scuola superiore e avere un’età compresa tra 25 e 35 anni. Le donne che fanno richiesta devono essere alte almeno 155 centimetri e avere un buon rapporto peso/altezza. Ciò sarà valutato e confermato da un controllo medico.
Non saranno prese in considerazione ex dipendenti del governo e neppure chi ha già lavorato nelle forze armate.
Le candidate non possono avere precedenti penali o essere sposate con non sauditi e devono avere una carta d’identità indipendente. Infine, i loro guardiani maschi dovranno anche vivere nella regione in cui le donne lavoreranno. Rimane questa una delle restrizioni più forti imposte alle donne arabe.
La decisione di reclutare donne soldato è una delle riforme volte ad accrescere i diritti delle donne introdotte negli ultimi mesi dal regno musulmano conservatore. Il re Salman, infatti, a settembre 2017 aveva decretato la possibilità di guidare anche per le donne. Nel mese scorso, poi, sono state ammesse a partecipare alle partite di calcio. E ancora, tra le autorizzazioni concesse alle donne arabe, vi è anche l’avvio di imprese senza il consenso di un uomo.
L’ambizioso programma “Vision 2030”
Le diverse aperture verso le donne sono l’attuazione di un ben preciso programma del re Salman, chiamato “Vision 2030“. L’obiettivo è quello di dare all’Arabia Saudita e ai suoi cittadini un futuro migliore e più luminoso. Per raggiungerlo, il re ha lanciato molti programmi di trasformazione che includono il rafforzamento dell’economia e del Fondo per gli investimenti pubblici, il potenziamento dell’esercito, la riduzione della burocrazia e lo sviluppo del potenziale di giovani uomini e donne. Il progetto vuole ottenere dei risultati a lungo termine, creando per il 2030 una società “vibrante”, “fiorente” e “ambiziosa”.
Proprio grazie a questo programma accattivante Salman si è aggiudicato la simpatia dei giovani sauditi e dell’Occidente. Ma le sue riforme si accompagnano anche a dati non proprio positivi. Ad esempio, è accusato di crimini di guerra in Yemen e di aver causato la crisi con il Qatar.
Il sistema arabo resta ancora fortemente discriminatorio
Molti attivisti per la difesa dei diritti umani hanno fatto notare come in Arabia Saudita sia ancora presente un sistema discriminatorio a tutela dell’uomo e a danno delle donne, nonostante le promesse del governo di abolirlo. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, infatti:
Secondo questo sistema, le donne adulte devono ottenere il permesso da un tutore maschio – solitamente un marito, padre, fratello o figlio – per viaggiare all’estero, ottenere un passaporto, sposarsi o essere scarcerate. Potrebbe essere richiesto di fornire il consenso del tutore per lavorare o per l’assistenza sanitaria. Le donne incontrano regolarmente difficoltà a condurre una serie di transazioni senza un parente maschio, dall’affittare un appartamento al deposito di richieste legali.
L’Arabia Saudita mantiene un severo codice di abbigliamento pubblico: le donne devono indossare un indumento nero, chiamato abaya e foulard. Un altro ambito di discriminazione per donne e ragazze è l’opportunità di praticare sport come uomini e ragazzi. Tuttavia, il Ministero dell’istruzione ha annunciato che le scuole offriranno un programma di educazione fisica anche per le ragazze saudite.
Rossella Micaletto