Donna Ferrato è una fotografa americana conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Ha realizzato più di cinquecento mostre e vinto numerosi premi. La città di New York celebra addirittura una giornata (il 30 ottobre) in suo onore: “Donna Ferrato Appreciation Day”. Il suo lavoro ha contribuito a portare luce sul problema della violenza di genere e sui diritti delle donne.
L’incontro di Donna Ferrato con la violenza domestica avviene in maniera indiretta e inaspettata. Nel 1981, mentre sta lavorando ad un reportage sulla vita notturna di New York, Ferrato incontra in un sex club due giovani sposi, Garth e Lisa, e decide di fotografarli. Per poterlo fare al meglio si trasferisce a casa loro, osservando la vita di questa coppia che alterna orge a momenti familiari più intimi. Una sera, Ferrato e la sua macchina fotografica assistono all’aggressione violenta da parte di Garth. L’artista tenta inutilmente di fermarlo, ma lui continua a picchiare Lisa senza pietà. Sebbene in modi diversi, si può dire che quella sera sono due donne a vivere un’esperienza che le cambierà per sempre.
Ferrato ricorda che quel fatto terribile modificò anche il suo modo di fotografare, oltre al suo modo di essere. La violenza a cui aveva assistito la costringe ad abbandonare l’atteggiamento dolce e ingenuo che aveva nel guardare il mondo. Dopo quella sera non era più possibile per lei cercare di vedere sempre il buono negli altri. E dunque nemmeno mostrarlo nelle sue fotografie.
Living with the enemy
Comincia così a rivolgere il suo sguardo verso la parte più buia dell’animo degli uomini che si trasformano in carnefici, in nemici. Living with the enemy è infatti il titolo del libro del 1991 che racconta le vite di donne abusate e maltrattate dai propri compagni. Con questo lavoro l’artista intende rovesciare il concetto di casa come luogo di rifugio dal caos del mondo, e mostrare cosa si può nascondere dietro le pareti domestiche.
Gli scatti di questo libro nascono dalla frustrazione e dall’impotenza provata dalla fotografa assistendo a quella violenza. Ma sono anche una testimonianza del potere della fotografia di cambiare le cose, in cui Donna Ferrato crede fermamente.
Nei dieci anni successivi a quella notte a New York, Donna Ferrato si immerge negli abissi della violenza domestica. Frequenta gli ospedali, le case di accoglienza, le sale delle terapie di gruppo, segue la polizia e visita le prigioni, spiegando a tutte le persone che incontra l’importanza del suo progetto. Negli anni Ottanta non era semplice portare sotto i riflettori un soggetto delicato e disturbante come questo. Infatti Ferrato fatica a trovare spazio per pubblicare i suoi scatti, fino a che nel 1986 riceve il premio Eugene Smith e gli editori cominciano a prendere sul serio il suo lavoro. La foto che ritrae Lisa colpita da Garth verrà scelta nel 2016 dal TIME tra le cento più influenti di tutti i tempi.
Gli scatti in bianco e nero di Donna Ferrato hanno una freddezza potente. Non c’è nessun pietismo o autocommiserazione nelle scene che ritrae, soltanto una sofferenza minimale, un rumore in lontananza di qualcosa che si spezza. «Voglio che chi guarda i miei scatti faccia esperienza di ciò che sento. Voglio che gli importi di quello che sta succedendo alle persone nelle mie fotografie».
I am unbeatable e Love &Lust
Ferrato vuole creare uno shock e soprattutto vuole che si cominci a parlare pubblicamente della violenza di genere e di abusi domestici. Per farlo fonda l’associazione no profit Domestic Abuse Awareness, con cui organizza mostre fotografiche per raccogliere fondi da destinare a case di accoglienza e programmi per vittime di violenza. In questo periodo nasce anche il progetto I am unbeatable con cui Donna Ferrato cerca di creare consapevolezza e prevenire la violenza attraverso la documentazione visiva, fotografica e narrativa delle storie delle persone sopravvissute.
Parallelamente al suo impegno contro la violenza di genere, Donna Ferrato ha raccontato attraverso le sue immagini anche la potenza dell’amore e della sessualità. Soprattutto nel suo libro Love & Lust (2004) Ferrato rende onore alla libertà e alla creatività degli amanti giudicati non convenzionali. Il risultato è un quadro complesso che cerca di restituire le molteplici sfumature dell’intimità e dei legami umani, a volte attraverso uno sguardo provocatorio, ma mai giudicante.
Holy
Holy, il suo ultimo libro in uscita, è per Donna Ferrato il suo lavoro più importante. È la sintesi tra i due binari su cui si è costruito il suo percorso di fotografa: la denuncia della violenza domestica e la rappresentazione dell’erotismo e della sessualità femminile. Sono le fotografie che in più di cinquant’anni hanno celebrato «la saggezza e il coraggio delle donne: la loro mentalità, la loro sessualità, la loro emotività, la loro spiritualità». È un inno al potere senza freni delle donne, alle loro battaglie e alle loro conquiste. Secondo la scrittrice femminista Katherine Holden, questa raccolta di fotografie racchiude le diverse sfaccettature della femminilità, mettendo in luce le contraddizioni che il ruolo di donna richiede di tenere insieme: «la vergine e la puttana, la vulnerabile e l’invincibile, la madre e la figlia».
Le fotografie sono accompagnate da brevi testi scritti a mano dall’artista. Le parole amplificano la potenza delle immagini raccontando la storia della persona fotografata, il luogo, i pensieri e le emozioni di Donna Ferrato. Il centro del lavoro sono i diritti delle donne: calpestati, violati, rivendicati, protetti, gridati. È un viaggio totale tra la sofferenza e la violenza subita dalle donne, ma è anche una celebrazione della loro rabbia e della loro libertà. E una chiamata alle armi per una battaglia che si continua a combattere.
Giulia Della Michelina