Che cosa sta accadendo con il Global Warming?
Ma prima di riscaldamento globale, perché non ci si chiede cosa stia accadendo ai divulgatori improvvisati sparsi in giro per il Web?
Ci siamo quasi abituati all’immensa mole di teorie, ricerche e documentazioni intente a smascherare l’enorme complotto cui il mondo è caduto, in un qualche punto misterioso della storia.
È come se il continuum spazio-temporale avesse deviato per una tangente, per citare il mitologico Doc Emmett Brown di Back To The Future, portandoci all’interno di una realtà alternativa, costruita apposta per tenerci tutti addormentati e non farci scoprire la verità.
La pillola rossa, la grande Matrix, la Terra piatta, i vaccini, il finto allunaggio, le “finte” morti di Hitler, Paul McCartney, Jim Morrison, Elvis Presley, Michael Jackson e il dilemma; “Si vax, No vax”.
In pratica secoli di storia, ricerca, scoperte ed evoluzioni, vengono spazzate via in un secondo, all’interno di quel Villaggio Globale, dove tutto è possibile e chiunque può avere i propri 15 minuti di gloria (dipende dalla durata del video su YouTube o Facebook).
Fra i divulgatori a giornata, molti appartengono alla comunità politica: abbiamo ministri italiani che non rinunciano mai alle loro “perle” di complottismo quotidiano, ma anche all’estero i potenti del mondo non risparmiano energie.
Uno dei più influenti è il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Il Tycoon americano è un appassionato di Tweeter e ogni giorno regala ai suoi followers, brevi e diretti cinguettii di politica internazionale, economia e in particolar modo di ambiente.
In particolar modo Donald Trump è nemico giurato delle teorie scientifiche sul riscaldamento globale; uno dei pretesti utilizzati dall’amministrazione americana per uscire dall’Accordo di Parigi sulle emissioni di Co2 e altre “esagerazioni”.
Donald Trump e il refuso che non distingue tra meteo e clima
Mentre si torna a parlare di freddo eccezionale in tutto il nord America (che poi in inverno di quale eccezione si dovrebbe parlare), il presidente Trump coglie l’occasione per “sciogliere il ghiaccio” con un tweet dal sapore ironico, in cui cita proprio il riscaldamento globale.
In occasione dell’ondata di freddo che ha raggiunto il Midwest, con temperature che hanno raggiunto perfino i meno 60 gradi, Donald Trump commenta così sul social network:
“Nel bellissimo Midwest le temperature stanno raggiungendo i meno 60 gradi, le più fredde mai registrate. La gente non può restare fuori più di qualche minuto. Che diavolo è successo al riscaldamento globale? Per favore torna presto, abbiamo bisogno di te!”.
Uno spirito sarcastico, come è nella natura del miliardario presidente, ma che ancora una volta manifesta la proverbiale ignoranza di Trump verso il tema dell’ambiente.
Nel tweet, infatti, il presidente ha confuso il termine Warming, con Waming, mostrando la confusione, anche lessicale, fra tempo metereologico e riscaldamento del pianeta.
Immediata è stata la reazione della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), ovvero l’agenzia climatica del governo degli Stati Uniti, che ha cercato di spiegare, senza creare polemiche, come il riscaldamento globale possa determinare condizioni meteorologiche estreme in alcune parti del mondo.
“Il riscaldamento globale è un mondo che si riscalda, aveva risposto la meteorologa inglese Laura Tobin su Twitter, e questo porta a condizioni climatiche estreme, sia calde che fredde”.
La lezione al poco informato e saccente Donald Trump prosegue, dimostrando che le tempeste di neve record non sono incompatibili con un clima più caldo, com’è stato dimostrato in relazione ad altre storiche tempeste di neve da record e le condizioni stagionali che le hanno generate.
Portando alla luce il rapporto tra umidità e riscaldamento, in base alle stagioni, la Noaa ricorda a Donald Trump e ai negazionisti climatici del suo governo come; “la connessione tra l’aumento delle temperature globali e i cambiamenti nelle tempeste invernali a media latitudine può essere incerta, ma non è influenzato dal riscaldamento sulla neve sul terreno. Le nevicate totali stagionali sono generalmente diminuite nelle aree meridionali e in alcune aree occidentali, sono aumentate nella regione settentrionale delle Grandi Pianure e dei Grandi Laghi, e non sono cambiate in altre aree, come la Sierra Nevada, anche se la neve si sta sciogliendo all’inizio dell’anno e ci sono precipitazioni di pioggia che nevose.
“Per quanto riguarda ciò che avverrà in futuro, continuano ancora gli esperti della Noaa, le proiezioni dei modelli mostrano generalmente che in media i percorsi delle tempeste a media e alta latitudine si sposteranno verso i poli in entrambi gli emisferi”.
La spiegazione dimostra come la comunità scientifica cerca di instaurare un confronto con l’amministrazione Trump, nonostante lo snobismo di maniera del presidente, il cui consenso continua a diventare sempre più altalenante, nonostante le elezioni di Midterm.
Tutto questo avviene in un momento molto particolare per gli Stati Uniti, stretti tra la mano dura e isolazionista verso l’oriente, la guerra di spionaggio con la Russia e una crescita economica e lavorativa che non si registrava da anni. La crescita è in rapida ascesa, con un aumento di +4% nel secondo trimestre del 2018 e una disoccupazione ai minimi storici, ma il deficit commerciale, scatenato anche dai dazi con la Cina e l’Europa e la rottura dei trattati commerciali con il Canada, ha raggiunto un nuovo record dal 2017.
Speriamo che Donald Trump riprenda a occuparsi quindi di economia e non di ambiente.