Nel resto d’Europa e del mondo cercheranno di capire le ragioni di questo trionfo. Come abbia fatto un politico di professione che fino a 5 anni fa insultava metà degli italiani, che scriveva “Italia di merda”, che aveva sempre vissuto di stipendi pagati dagli italiani senza mai produrre in un quarto di secolo una sola legge di cui sia rimasta memoria, ad essere all’improvviso acclamato come il più grande dei patrioti italiani, e a passare dal 4% a oltre il 30%.
Coloro che si porranno queste domande scopriranno cose davvero strane.
Scopriranno che alla base del successo elettorale di un anno fa c’erano promesse ben precise: “Abolirò le accise dal primo giorno”, “Rimpatrierò 100mila clandestini all’anno”, “Cancellerò la Legge Fornero”, “Se andiamo al governo usciamo dall’euro e lo faremo in fretta per evitare la speculazione”, “Renderò la difesa sempre legittima”, “Mai reddito di cittadinanza”, “non ci piegheremo mai più ai diktat europei”, “meno clandestini per le strade” e così via.
Scopriranno che quell’abolizione delle accise non c’è mai stata. Mai.
Che i rimpatri in un anno anziché 100mila (cioè 274 al giorno) sono stati appena 18 al giorno: meno dell’ultimo governo di centrosinistra “amico degli immigrati” (19,6 al giorno) e perfino meno del governo Monti (20,1 al giorno).
Scopriranno che la Legge Fornero non è mai stata abolita, ma solo momentaneamente sostituita per soli 3 anni con Quota100, alla “modica cifra” di 21 miliardi di euro a carico degli italiani e dei giovani.
Scopriranno che l’uscita dall’euro è scomparsa da ogni sua dichiarazione, intenzione, proposta.
Scopriranno che la legittima difesa era legittima in Italia già dal 2006, come dimostrano i casi di signori come Graziano Stacchio, Francesco Sicignano, Rodolfo Corazzo, Fredy Pacini e tanti altri che pur ammazzando i rapinatori in casa o al negozio sono sempre stati assolti – appunto – per “legittima difesa”.
Scopriranno che il Reddito di Cittadinanza che la Lega non avrebbe mai votato, è stato votato dalla Lega.
Scopriranno che l’unica volta che Salvini ha avuto a che fare con l’Europa, durante la finanziaria, ha abbassato lo sguardo e le orecchie e accettato il deficit al 2% imposto dall’UE, rinunciando al 2,4% che voleva lui.
Scopriranno che chiudendo gli Sprar e i Centri di accoglienza, diminuendo i fondi, restringendo i requisiti per i permessi di soggiorno, 44mila stranieri regolari o potenzialmente tali sono finiti per strada come nuovi clandestini. Così che invece di ridurne il numero, è drammaticamente aumentato.
Scopriranno che la riduzione degli sbarchi è iniziata 6 mesi prima del suo arrivo al governo (-80% da gennaio a giugno 2018, governo Gentiloni, dati Ministero dell’Interno) per via degli accordi presi con la Libia dall’ex Ministro degli Interni Minniti (che non faceva comizi e selfie, ma andava in Libia). E che non si capiasce in che modo la “chiusura dei porti” in Italia dovrebbe causare la riduzione delle partenze dalla Libia. Quasi come se ai trafficanti, notoriamente teneri di cuore, dovesse interessare cosa troveranno i migranti al di là del mare.
Scopriranno cose strane insomma, quelli che si chiederanno il perché del successo di Salvini.
Che non ha mantenuto una sola parola, che l’economia è crollata, lo spread è alle stelle.
E alla fine forse si risponderanno che il segreto sta davvero tutto lì: nel dire parole semplici, muovendo continuamente le mani per sottolineare i concetti anche ai più duri di comprendonio, facendo elenchi con le parole e le dita, indossando divise, dicendo agli italiani che loro sono tutti buoni e che le colpe sono tutti di altri: immigrati ed Europa.
Forse, alla fine, è davvero tutto qui.