A causa del Coronavirus, stiamo vivendo una delle peggiori emergenze sanitarie mondiali degli ultimi secoli.
Ad oggi, si contano 13,8 milioni di contagi e 590 000 decessi confermati. Solo poche certezze e un mondo, quello scientifico, diviso su più fronti.
Attualmente, c’è chi sostiene che, in Italia, il virus evidenzi un indebolimento della carica virale, al netto del drastico calo di pazienti ricoverati in terapia intensiva. C’è chi, invece, non è d’accordo e sostiene che si tratti di un momentaneo break in preparazione ad una seconda grande ondata autunnale.
Insomma, sono molti gli aspetti di questo virus che ancora ci sfuggono. Ma quali sono le domande sul Coronavirus a cui i ricercatori non sono ancora in grado di dare risposte precise e puntuali?
A fare il punto della situazione ci pensa Nature, una delle più importanti riviste scientifiche al mondo, che stila un elenco delle 5 domande sul Coronavirus più diffuse, a cui non è ancora possibile rispondere.
1. Perché le persone reagiscono al virus in maniera così differente?
Stando ai fatti, alcuni contagiati sviluppano il virus in forma paucisintomatica o addirittura asintomatica. Per altri, invece, la contrazione del virus comporta gravi complicazioni, che ben conosciamo.
Ad oggi, non è possibile sapere con certezza a cosa sia collegata questa differente risposta al virus. Alcune ricerche affermerebbero che vi è correlazione tra risposta al virus e determinate caratteristiche genetiche dell’individuo, ma non vi è ancora nulla di dimostrabile.
2. Si diventa immuni al Coronavirus? Quanto dura l’immunità?
I ricercatori non sono ancora in grado di dimostrare la capacità del nostro organismo di mantenere la cosiddetta “immunità” al Coronavirus, se sviluppata.
È stata dimostrata la presenza di anticorpi neutralizzanti, i quali hanno il ruolo fondamentale di impedire nuove ricadute. Tuttavia, non è chiaro quale sia il livello di anticorpi neutralizzanti necessari per impedire nuove infezioni. Inoltre, questi tenderebbero a diminuire sensibilmente dopo poche settimane dalla guarigione. In questo senso, il SARS-CoV-2 sembrerebbe comportarsi in maniera molto simile al già conosciuto SARS-CoV-1.
Dalle conoscenze attuali, sembra emergere che la risposta positiva del sistema immunitario ad un’eventuale ricaduta duri pochi mesi dalla guarigione dell’individuo. Dopodiché, l’organismo sembra rispondere all’eventuale contagio semplicemente sviluppando una forma più lieve della malattia.
3. Il virus ha sviluppato mutazioni preoccupanti?
I virus mutano per natura, sulla base degli errori che possono intervenire nel processo di trascrizione del materiale genetico.
Quindi sì, il virus attualmente in circolazione è sicuramente differente rispetto a quello della sua prima comparsa. Diversi studi, evidenziano come in Europa abbia preso piede una variante differente del virus, derivata da quella originatasi in Cina. Dagli studi di laboratorio, la variante europea sembrerebbe meno responsiva alle terapie e più infettiva.
4. Quanto sarà utile e funzionale lo sviluppo di un vaccino?
Secondo molti, lo sviluppo di un vaccino potrebbe essere l’unica ed effettiva via di uscita dalla pandemia.
Molti studi sono stati avviati e una piccola percentuale di questi ha raggiunto la fase dei test clinici. È probabile che entro la fine dell’estate vengano avviati dei test su larga scala per verificarne l’efficacia.
Molto, però, dipenderà da come sarà in grado di rispondere il nostro sistema immunitario: se sarà capace di mantenere le difese sviluppate, se sviluppate, ma come abbiamo già visto, anche in questo caso non conosciamo risposte.
5. Qual è l’origine del Coronavirus?
La maggior parte dei ricercatori è concorde nell’individuare l’origine del virus nei pipistrelli. In particolare, nel genere di pipistrello Rhinolophus. Il sospetto è, però, quello che il virus possa essere arrivato all’uomo attraverso un passaggio intermedio ad un’altra specie, ancora non ben identificata.
Queste e molte altre le domande sul Coronavirus a rimanere aperte. Si cercano risposte, certezze, verità. Il mondo scientifico lavora costantemente in questa direzione e, anche se sembra impossibile lasciare andare quella sensazione di incertezza che ha caratterizzato i mesi trascorsi, non possiamo far altro che attendere.
Giorgia Battaglia