Dolore cronico e realtà virtuale: la terapia del futuro a Newport Beach

dolore cronico

Il dolore cronico colpisce circa 1,5 miliardi di persone in tutto il Mondo. Che si tratti di mal di schiena o di artrosi, quando il dolore non guarisce ogni aspetto della vita quotidiana come lavorare, socializzare e dormire diventa un grosso problema.

Tra le corsie dell’ Hoag Hospital di Newport beach (California), si studia una soluzione alternativa all’uso dei farmaci oppioidi, utilizzati per la terapia del dolore, ma responsabili di creare dipendenza e decessi per overdose.

Il Dr. Robert Louis, neurochirurgo appassionato di tecnologia e medicina, utilizza la REALTÀ VIRTUALE per migliorare i sintomi dei suoi pazienti  e negli ultimi tempi sta raggiungendo risultati sorprendenti.

Guerra ai farmaci oppiodi come terapia del dolore

Solo negli USA, l’uso dei derivati della morfina ha un “peso economico” annuale di 78,5 miliardi di dollari (Center of Deasease Control and Prevention) e causa 50.000 decessi ogni anno per overdose.

Il Dr. Louis è attualmente impegnato in prima linea per combattere l’utilizzo improprio dei farmaci oppioidi utilizzando la realtà virtuale, non invasiva e senza rischi per la terapia del dolore.

Direttore del programma Skull Base and Pituitary Tumor presso il Pickup Family Neurosciences Institute dell’ Hoag Hospital, il neurochirurgo californiano ha iniziato a utilizzare la realtà virtuale circa cinque anni fa per mappare e studiare gli interventi chirurgici al cervello.

Una ricerca del 2017 effettuata presso il Centro Medico Cedars-Sinai di Los Angeles ha dimostrato una riduzione del 24% della sensazione di dolore nei pazienti trattati con la realtà virtuale.

Questi dati hanno convinto il medico dell’ Hoag Hospital a intensificare l’utilizzo di questa tecnologia per trattare i suoi pazienti.

 

La Realtà Virtuale nel reparto del Dr.Louis

I pazienti, fisicamente soli in una stanza dell’ospedale, indossano occhiali e cuffie “speciali”  per vivere un’esperienza extrasensoriale  di circa 15-30 minuti.

Possono scegliere di godersi il sole su una spiaggia delle Maldive, passeggiare nella foresta Amazzonica o nuotare con le balene nell’Oceano.

Il dolore  viene misurato prima e dopo il trattamento e si usa la risonanza magnetica per vedere in diretta il comportamento delle aree del cervello attive durante il dolore.

Durante la pandemia Covid-19, gli amministratori dell’ Hoag Hospital hanno ricontattato alcuni infermieri licenziati in precedenza, e creato un team di otto persone per aiutare i pazienti in isolamento a utilizzare la tecnologia virtuale per alleviare il dolore.

Nelle ultime sei settimane hanno curato circa 200 pazienti e il Dr. Louis ne ha ricavato dati molto interessanti.

 

Cosa dicono i risultati?

I pazienti si sono dichiarati molto felici di aver provato questa terapia, tanto che alcuni hanno detto: Questo mi dà più sollievo della morfina!

Teresa Lipot, paziente inclusa nello studio, a causa del dolore cronico aveva dovuto rinunciare da più di 10 anni alla sua più grande passione, il nuoto.

Quando ha potuto rivivere quella esperienza dal suo letto in Ospedale, si è ritrovata a piangere per aver potuto “nuotare sott’acqua senza nuotare sott’acqua!”.

Ad altri pazienti è stato fatto vedere un albero morto e sono stati incoraggiati a fare respiri lunghi e profondi. Man mano che il loro respiro diventava più rilassato, potevano vedere l’albero crescere e fiorire.

I risultati dello studio del Dr.Louis hanno dimostrato una riduzione della sensazione dolorosa sia fisica che emozionale di 5 punti in una scala di valutazione del dolore da 0 a 10, una minor richiesta di oppioidi  da parte dei pazienti e il miglioramento della qualità del sonno.

I dati più importanti provengono però dalla risonanza magnetica, che ha mostrato in diretta lo “spegnimento”  di alcune aree del cervello attive durante la sensazione dolorosa.

 

La realtà virtuale sarà la terapia del futuro per il dolore cronico?

La realtà virtuale come terapia medica non è più fantascienza, ma la ricerca ha costi elevati e molti nemici.

Il mercato globale degli oppioidi per la terapia del dolore cronico mette nelle tasche dei colossi farmaceutici circa 25,8 miliardi di dollari ogni anno e le previsioni indicano un incremento dell’ 1,8% fino al 2026, malgrado i decessi per overdose continuino ad aumentare.

Per ora il Dr.Louis continua con entusiasmo e impegno le sue ricerche, c’è da chiedersi però se le aziende farmaceutiche saranno disposte a ridurre drasticamente i guadagni in favore dei pazienti.

Omnia cum tempore

Silvia Mulas

Exit mobile version