Un viaggio all’interno del Dna che consente di scoprire la provenienza geografica dei propri antenati.
Il Dna rappresenta oggi un’essenziale chiave di accesso alla conoscenza. I piccoli filamenti che dentro racchiudono ogni dettaglio sul nostro essere hanno acquisito un’importanza vitale nella nostra società. Dal campo scientifico a quello investigativo, il Dna è quell’elemento che ci permette di vedere oltre le apparenze.
Man mano che lo sviluppo tecnologico è avanzato, i segreti del codice genetico si sono via via svelati, permettendoci di aprire una finestra sul passato dell’essere umano e delle specie che nei millenni hanno popolato la Terra.
Le informazioni che si possono ricavare dal Dna sono spesso stupefacenti, quasi fantascientifiche. Oggi è possibile individuare la regione geografica in cui sono vissuti gli antenati di un individuo. Questo è possibile grazie ad un nuovo strumento elaborato dagli scienziati: il Geographic Population Structure (GPS).
La realizzazione di questo Gps è stato possibile grazie all’analisi di oltre 100.000 firme genetiche, denominate Aim (ancestry-informative markers). Le caratteristiche di questi Aim mutano in modo visibile a seconda della posizione geografica del soggetto. Questa tecnica, che prima permetteva di geolocalizzare il genoma ad un raggio di 700 km, permette oggi di individuare non solo la nazione, ma anche la città o il villaggio specifico di provenienza.
Momondo, il noto motore per la ricerca di voli, ha deciso di sfruttare questo test e ha creato un concorso volto alla ricerca delle origini: The Dna Journey. La piattaforma mostra l’esperimento eseguito su 67 persone che si sono sottoposte al test. Il video di questo esperimento si è diffuso anche sui social.
Il test inizia con un colloquio in cui la persona in questione si presenta e dichiara la propria nazionalità. Ognuno dei partecipanti si è mostrato sicuro delle proprie origini e della propria identità, non nutrivano dubbi sulla loro purezza. Al tempo stesso, molti di loro hanno espresso un’antipatia o un’avversione verso altre nazionalità.
Una ragazza curda che, a causa del suo trascorso e dei conflitti vissuti dal suo popolo, mostra la sua ostilità nei confronti della Turchia; un ragazzo inglese che dice con estrema sincerità “non mi piacciono i tedeschi“; altri ancora hanno espresso con naturalezza la superiorità della loro nazione d’origine.
A tutti loro, il test del Dna ha mostrato quanto si sbagliassero: nessuno di loro era al 100% della nazionalità dichiarata. Anzi, i loro antenati provenivano da ogni angolo del globo, anche dai Paesi che dichiaravano di non gradire.
Un semplice test che potrebbe mettere fine a tanti pregiudizi, che potrebbe aprire il cuore verso coloro che sembrano appartenere a mondi diversi, ma con cui invece condividiamo il passato.
La razza pura non esiste, è un semplice dato di fatto.
Radavoiu Stefania Ema