Il Giappone, ultimo paese del G7 a non riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso, si trova ad un bivio. Due recenti sentenze, eclatanti per la loro portata, hanno infatti dichiarato incostituzionale il divieto del matrimonio egualitario, aprendo nuovi spiragli per la comunità e alimentando la speranza per un futuro più inclusivo e giusto.
Mentre la società civile e il mondo imprenditoriale si mobilitano a favore del matrimonio egualitario, il governo, ancora legato a posizioni conservatrici, rappresenta un ostacolo al progresso. La battaglia per l’uguaglianza è dunque ancora in corso, ma le recenti sentenze rappresentano una pietra miliare nella storia del Giappone, un passo avanti fondamentale verso un futuro in cui i diritti di tutti i cittadini siano finalmente riconosciuti.
Il Giappone si pone così in un confronto con altri paesi asiatici che hanno già legalizzato il matrimonio LGBTQ+ e offrirà alla potenza asiatica una prospettiva internazionale. Intanto, uno sguardo al futuro delineerà le sfide e le speranze per la comunità LGBTQ+ giapponese.
Le sentenze storiche
Due sentenze eclatanti contro il divieto del matrimonio egualitario hanno scosso il panorama legislativo giapponese, aprendo nuovi spiragli per la comunità LGBTQ+. L’Alta Corte di Sapporo e un tribunale inferiore di Tokyo hanno entrambi dichiarato incostituzionale il divieto di matrimonio tra persone dello stesso sesso, definendolo una violazione del diritto fondamentale ad avere una famiglia.
La sentenza del tribunale di Sapporo è datata al 2021 quando i giudici dichiararono che il divieto del matrimonio egualitario, così come l’espressione della propria sessualità, è una violazione della Costituzione giapponese e della parità di diritti matrimoniali. Le ultime sentenze dopo il 2021 sono state sicuramente un altro passo in avanti, come hanno sostenuto gli attivisti e l’intera comunità LGBTQ+, ma il passo in avanti che sia più radicale ed effettivo deve essere quello della legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
Il contesto sociale e politico
Nonostante le sentenze non modifichino direttamente la legge, esse pongono una forte pressione sul governo giapponese, sollecitandolo ad affrontare la questione e ad attuare le modifiche necessarie per l’uguaglianza matrimoniale.
Il Giappone è l’unico paese del G7 a non riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso e a dichiarare il divieto del matrimonio egualitario. Negli ultimi anni, il sostegno all’uguaglianza matrimoniale è cresciuto considerevolmente, con circa il 70% della popolazione favorevole. Tuttavia, il Partito Liberal Democratico al governo, noto per la sua posizione conservatrice, rimane un ostacolo al progresso. La mancanza di una legge specifica sulle unioni civili priva le coppie LGBTQ+ di numerosi diritti e benefici.
La sentenza dello scorso giovedì dell’Alta Corte di Sapporo ha chiesto quindi un intervento del governo per affrontare meglio la questione e modificare l’attuale legge sul matrimonio. Il matrimonio è infatti riconosciuto solo come eterosessuale: per questo motivo, la burocrazia giapponese continua a non riconoscere gli atti matrimoniali delle persone dello stesso sesso. Dopo lo scorso giovedì, ci sono stati altri cinque tribunali distrettuali a confermare l’incostituzionalità del divieto del matrimonio egualitario.
Le pressioni della società civile per il cambiamento
Le recenti sentenze rappresentano una vittoria parziale ma significativa per la comunità LGBTQ+ giapponese. Esse rafforzano la richiesta di un cambiamento legislativo e alimentano la speranza per un futuro più inclusivo e giusto. La mobilitazione della società civile, con associazioni come “Marriage for all Japan” e il sostegno di diverse aziende, gioca un ruolo chiave nel promuovere l’uguaglianza.
Oltre alle associazioni LGBTQ+, diverse aziende giapponesi hanno preso posizione a favore del matrimonio egualitario, riconoscendo i benefici che esso apporterebbe alla società e all’economia. Il sostegno del mondo imprenditoriale che combatte contro il divieto del matrimonio egualitario rappresenta un importante passo avanti nella lotta per l’uguaglianza.
Un confronto internazionale nel continente asiatico
Il confronto con altri paesi asiatici, come Taiwan, Thailandia e Nepal, che hanno già legalizzato il matrimonio egualitario, rende ancora più evidente la necessità di un cambiamento in Giappone. Questi paesi dimostrano che il matrimonio egualitario non solo è possibile, ma può anche portare a una società più coesa e prospera.
La battaglia contro un’incostituzionalità omofoba
La battaglia per l’uguaglianza in materia di matrimonio è ancora in corso, ma le recenti sentenze rappresentano un passo avanti fondamentale verso un paese più aperto e rispettoso dei diritti di tutti i suoi cittadini. La pressione della società civile, il sostegno del mondo imprenditoriale e il confronto con altri paesi asiatici continueranno a giocare un ruolo chiave nel portare avanti questo cambiamento.
Le recenti sentenze sull’incostituzionalità del divieto del matrimonio egualitario aprono nuove speranze per la comunità LGBTQ+. La strada per l’uguaglianza è ancora lunga, ma la mobilitazione di diverse parti della società indica che il cambiamento è possibile e necessario. Il futuro del Giappone sarà più inclusivo e giusto solo se saranno riconosciuti i diritti di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
Lucrezia Agliani