Diventare una sirena? In Sudafrica, con il Mermaiding, il sogno diventa sport

Mermaiding

Da secoli, le sirene sono creature che attraggono fantasie e desideri. Donne ibride, metà umane e metà pesci, dalla voce ammaliante e pericolosa di cui tutti, grandi e piccoli, almeno una volta, hanno desiderato possedere la pinna. Ebbene, con il mermaiding, il sogno diviene una disciplina sportiva anche in Sudafrica.

Delle sirene, le storie sono pregne. Storie antiche, trasmesse dalla voce di Omero, storie popolari, raccontate per anni, storie di bambini, colme di meraviglie. Le sirene riempiono l’immaginario, le fantasie, i sogni, senza fermarsi. Non si sono perdute, non sono state dimenticate, anzi, si sono prese con garbo desideri e storie dedicate.

Nasce così, dal desiderio di sentirsi parte di un mondo leggendario e misterioso, il mermaiding. Lontane dall’appartenere solo a bambini e marinai, in Sudafrica, grandi e piccini, uomini e donne, hanno iniziato a cimentarsi, con code variopinte, in questa nuova disciplina. Ma cos’è, nell’effettivo, il mermaiding?

Il Mermaiding alla conquista di aspiranti sirene e variopinti tritoni

Fondamentale, per diventare sirene e tritoni, è l’utilizzo di una guaina volta a racchiudere il corpo dai fianchi sino ai piedi, terminante con una monopinna. Per muoversi, necessario è imparare a nuotare muovendo fluidamente il bacino, utilizzando entrambe le gambe come un’unica pinna caudale. In genere, la monopinna è costituita da una plastica flessibile, ricoperta da tessuti morbidi e resistenti, la quale permette spostamenti subacquei veloci e dinamici.

Tutta la catena muscolare e scheletrica inferiore viene stimolata, donando potenza alla spinta, senza alcuno sforzo da parte della schiena. Difatti, praticare regolarmente il mermaiding comporta benefici non da poco. Tra i tanti, evidente è il rafforzamento dei muscoli dorsali e lombosacrali, oltre alla possibilità di tonificare gli arti inferiori e i glutei.




A partire dal 2019, il mermaiding è stato ufficialmente riconosciuto in qualità di specialità agonistica di nuoto, incluso tra le discipline sportive in gara ai Mondiali disputati in Giappone. In Sudafrica, specialmente tra Johannesburg e Città del Capo, sta acquisendo sempre più popolarità, non certo casualmente: fin dagli anni Sessanta, il Sudafrica ha sempre fissato i record del nuoto internazionale. Tuttavia, come sosterrà Daniela Daines, cofondatrice della non profit Sea the Bigger Picture, la maggior parte dei sudafricani si dedicherebbe al nuoto più per passione, che per ambizione. L’aspirazione maggiore sarebbe quella di connettersi agli oceani, trovando una propria dimensione, lontana dal grigiore urbano della quotidianità.

Le Sirene Nere: non figure elitarie

Zandile Ndhlovu, prima istruttrice di freediving nera, conosciuta anche come “la Sirena Nera”, ha trovato nell’oceano il suo elemento naturale. Per la Sirena Nera, la vicinanza all’elemento acquatico, potrebbe finalmente attrarre una maggior attenzione verso la protezione della fauna marina. Dopotutto, in un Paese con circa duemila chilometri di coste, la battaglia per la salvaguardia degli oceani dovrebbe rappresentare un interesse comune e urgente, nonostante, sempre secondo Ndholvu, “parlare di sostenibilità ambientale in Africa è ancora difficile, perché la questione alimentare ha la priorità”.

A dispetto dei successi olimpici, in Sudafrica, solo il 15% dei sudafricani – per la maggior parte bianchi – sa nuotare. Un’esclusione, quella della popolazione nera, che affonda in motivazioni storiche e conseguenze drammatiche: ogni anno, circa seicento bambini, muoiono affogati. Una realtà a cui Zandile Ndhlovu ha cercato di porre rimedio attraverso la fondazione della Black Mermaid Foundation, un’associazione che si prefigge di decolonizzare il nuoto e “creare uno spazio sicuro affinché le persone nere possano esplorare l’acqua, perché il nuoto non è uno sport elitario e gli oceani sono di tutti. Per la stessa strada si è mossa Izzelle Nair, istruttrice sudafricana di mermaiding, nella cui scuola di Midrand, vicino a Johannesburg, studenti di ogni origine etnica e di tutte le età – dai 13 ai 40 anni – nuotano con code di ogni colore.

Il mermaiding è una disciplina approdata in Sudafrica, ma non esclusiva del Sudafrica. Difatti, lo sport del mermaiding è praticato, con grande popolarità, anche negli Stati Uniti, in Francia e in Italia, dove ha iniziato a far crescere generazioni di nuove, reali e atletiche sirene.

Angela Piccolomo

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