Tutti sogniamo di diventare milionari. Se il colpaccio riesce, invidiamo il fortunato. Ma le vincite più generose, per esempio quelle al SuperEnalotto, provocano sciagure ai vincenti. O diventano più poveri del giorno in cui acquistarono il tagliando fatale, o muoiono tragicamente, per esempio si suicidano. È un dato statisticamente inoppugnabile, le rare eccezioni riguardano chi era già ricco prima. Tutti restiamo abbagliati dai miliardi, nessuno s’interroga sull’inquietante ombra che, come una mano nera, si posa sulla testa del “fortunato”. È molto più facile maneggiare l’infelicità che la ricchezza improvvisa. Soltanto un saggio ne sarebbe all’altezza, ma i saggi non giocano alle lotterie. E si guardano bene dall’imparentarsi, per una scommessa, con le epidemie degli altri.
Se avete dei risparmi da investire, infatti, e non vi accontentate dei Bot, oggi potete chiedere al vostro consulente finanziario di comprarvi i PEF (Pandemic Emergency Financing Facility). Non ci si crede ma sono degli “Ebola Bond”, obbligazioni sulle epidemie, e li ha inventati la Banca Mondiale. Il fine sarebbe giusto: fare arrivare immediatamente soldi freschi nei paesi colpiti dall’Ebola o da uno tsunami, prima che la lenta macchina burocratica degli aiuti umanitari si metta in moto. Ma sono gli investitori a sconcertarmi. Se punti il tuo gruzzolo sui PEF lo stai facendo sui cadaveri. Meno persone contraggono il morbo, o meno esseri umani finiscono sotto le macerie in un terremoto, più guadagni, perché dei tuoi soldi non c’è stato bisogno o perché gli aiuti dei paesi ricchi sono arrivati per tempo. Altrimenti perdi. Ma a leggerla spiritualmente “guadagni” perché hai beneficato l’umanità disagiata. Dubito, tuttavia, che chi perda il suo investimento non bestemmi e sputi per terra, invece di gioire perché avrebbe trionfato un capitalismo a rovescio, quello dell’amore.
Come nel caso di chi fa 6 al SuperEnalotto e sbanca i Monopoli di Stato, anche in quello di chi incassa dalla Banca Mondiale un rendimento coi fiocchi sugli Ebola Bond, tutti ignorano le conseguenze, il “disastro ambientale individuale” o l’ “epidemia spirituale” che si abbatterà sui vincenti. Non entro nel merito della legge non scritta che costoro hanno infranto, più o meno volontariamente, per non farmi affibbiare, da molti di voi, l’etichetta di “santocchione”, ma è una legge invisibile perfettamente operante e piuttosto rigorosa e mi auguro che, quando la coscienza universale farà un passo avanti, un giorno sarà studiata sui banchi di scuola come la matematica o la geometria.
Diego Cugia