Divario di genere: 134 anni per la parità

Siamo ormai nel 2024, ma il divario di genere continua a rappresentare una sfida significativa e, a dir poco, scoraggiante.

Divario di genere: 134 anni per la parità

Divario di genere: 134 anni per la parità

Il Global Gender Gap Report 2024 ha evidenziato come, nonostante alcuni progressi, la parità di genere rimanga un obiettivo distante, che potrebbe richiedere ancora 134 anni per essere raggiunto. Pubblicato il 13 giugno 2024, il rapporto del World Economic Forum sottolinea che il divario di genere a livello globale è stato ridotto al 68,5%, un miglioramento minimo rispetto all’anno scorso, con appena un incremento di 0,1 punti percentuali. Tuttavia, alla luce di un tasso di avanzamento così lento, ci si trova di fronte all’urgenza di accelerare i progressi, soprattutto nelle aree economica e politica, due ambiti in cui la disuguaglianza persiste.

Il rapporto analizza quattro principali aree di disuguaglianza di genere: Salute e Sopravvivenza, Istruzione, Partecipazione Economica e Opportunità, ed Empowerment Politico. Tra queste, il divario più ristretto è quello nella Salute e Sopravvivenza, che è stato colmato al 96%, seguito dal divario nell’istruzione (94,9%). I divari più ampi sono invece quelli nelle Opportunità Economiche (60,5%) e nell’Empowerment Politico (22,5%).

Disparità regionali

Il rapporto evidenzia significative differenze regionali. L’Europa occidentale si conferma come la regione più avanzata, avendo colmato il 76,3% del divario di genere. Al contrario, il Medio Oriente e il Nord Africa rimangono indietro, con un’uguaglianza pari solo al 61,3%. Tra i dieci paesi con la maggiore parità di genere, la maggior parte si trova in Europa, suggerendo che le politiche di uguaglianza debbano essere adattate ai contesti locali per essere realmente efficaci.

Un caso esemplare è rappresentato dall’America Latina e dai Caraibi, che hanno raggiunto un livello di parità di genere del 74,3%, posizionandosi al terzo posto nel mondo. Questo progresso è notevole: dal 2006, la regione ha ridotto il divario di genere di 8,3 punti percentuali, grazie a miglioramenti significativi nella partecipazione politica e nelle opportunità economiche per le donne.

Le sfide persistenti

Nonostante questi progressi, il rapporto rivela che la rappresentanza politica femminile rimane al di sotto delle aspettative. Attualmente, solo il 26,7% delle posizioni parlamentari è occupato da donne. Questa mancanza di rappresentanza non solo limita la voce delle donne nei processi decisionali, ma perpetua anche strutture di potere diseguali. Senza un’equa rappresentanza, le politiche che influenzano le donne spesso non rispecchiano i loro bisogni e priorità, contribuendo così al mantenimento delle disuguaglianze.

Il rapporto del WEF sottolinea che i progressi nella riduzione del divario di genere sono lenti e disomogenei. Questo scenario suggerisce che gli attuali sforzi sono insufficienti, evidenziando la necessità di azioni più aggressive e sistemiche per accelerare l’uguaglianza di genere in tutto il mondo.




Nonostante l’aumento della rappresentanza femminile nelle istituzioni politiche e locali, le posizioni di leadership, sia nel settore pubblico che privato, restano precluse a gran parte delle donne. In particolare, i dati rivelano come il cosiddetto “soffitto di cristallo” persista: le donne, pur avanzando nelle prime fasi della carriera, trovano ostacoli insormontabili nella transizione verso ruoli di vertice. Questo fenomeno, ben visibile nei dati di LinkedIn, è definito come un “calo verso l’alto”, che mostra una riduzione drastica della rappresentanza femminile man mano che si avanza verso posizioni di alto livello, specialmente nella C-suite.

Le elezioni del 2024, che vedranno oltre 60 paesi andare alle urne e la più grande popolazione elettorale della storia mondiale esprimere il proprio voto, potrebbero dare una spinta significativa verso una maggiore rappresentanza femminile. Il rapporto del WEF sottolinea come questa opportunità sia cruciale per fare un passo avanti nella riduzione delle disuguaglianze di genere, specialmente a livello politico.

Perché i progressi sono lenti?

Le cause di questa stagnazione sono molteplici, ma il fattore principale rimane la persistenza di norme e stereotipi di genere radicati, che limitano le opportunità per le donne. Queste norme influenzano le aspettative sociali e le decisioni individuali, mantenendo il peso del lavoro di cura non retribuito sulle spalle delle donne. Di conseguenza, le opportunità economiche e professionali femminili restano compromesse.

Le donne continuano ad affrontare ostacoli significativi nell’accesso all’istruzione, alle opportunità economiche e ai posti di lavoro. Tali ostacoli includono la mancanza di politiche lavorative inclusive, la discriminazione sul posto di lavoro e il persistente divario retributivo di genere. Inoltre, in molti settori, come quello scientifico, finanziario e tecnologico, le donne rimangono sottorappresentate, in particolare nei ruoli di leadership.

Anche se molti paesi hanno introdotto leggi e politiche sull’uguaglianza, la loro applicazione è spesso carente. Questo è dovuto a una combinazione di mancanza di volontà politica, risorse insufficienti e resistenza culturale al cambiamento.

Azioni per accelerare il progresso

Il WEF propone diverse misure per accelerare il progresso verso l’uguaglianza di genere. Tra queste, la progettazione e l’attuazione di politiche inclusive, il sostegno all’istruzione femminile e la promozione della partecipazione delle donne nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Inoltre, è fondamentale rafforzare le leggi e le politiche sull’uguaglianza di genere.

Iniziative come i Gender Parity Accelerators, che collaborano con la Banca interamericana di sviluppo (IDB) e il settore privato, mirano a promuovere riforme politiche e pratiche commerciali volte a sostenere l’uguaglianza di genere. Paesi come Colombia, Costa Rica e Panama hanno già adottato queste strategie, creando sistemi di assistenza nazionali per migliorare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Sarà interessante valutare i risultati di queste iniziative nei prossimi rapporti globali, ma si può affermare che esse rappresentano risposte sistemiche più promettenti rispetto alle soluzioni tradizionali.

Il ruolo del femminismo

Le femministe possono utilizzare i dati forniti dal rapporto del WEF per promuovere l’uguaglianza di genere attraverso il supporto e l’istruzione. Le informazioni raccolte offrono prove concrete per sostenere i cambiamenti necessari nelle politiche e nelle pratiche che favoriscono l’uguaglianza. Questi dati possono servire a sensibilizzare gruppi e individui che ritengono che le battaglie per l’uguaglianza di genere non siano urgenti o necessarie.

In conclusione, il rapporto del World Economic Forum del 2024 presenta un quadro complesso e sfaccettato sulla parità di genere. Sebbene siano stati compiuti progressi in alcune aree, le disparità continuano a persistere, evidenziando l’importanza di un impegno collettivo e di strategie adattate per affrontare le sfide locali e globali. Solo attraverso un approccio sistemico e un’azione coordinata sarà possibile accelerare il progresso verso una vera uguaglianza di genere. La strada da percorrere è ancora lunga, ma è cruciale che tutti, uomini e donne, si impegnino nella lotta per un futuro più equo e giusto.

 

Felicia Bruscino

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