Sentir parlare di relazione a distanza è sempre più frequente. Essere distanti e vivere a km l’uno dall’altra rappresenta l’antitesi a quel luogo comune che vede una coppia abitare solo sotto lo stesso tetto.
Succede però che i tempi cambino, le mode si aggiornino, gli scenari assumano nuovi sfondi. Sembrerà scontato, ma anche le relazioni di coppia subiscono il fascino del mutamento. Un mutamento dovuto alle nuove esigenze e alla nuova società.
Citando il Corriere della Sera: “Nasce la coppia pendolare: sono due milioni e mezzo di persone che vivono per lunghi periodi fuori dalla dimora abituale, per motivi di studio o lavoro.”
Poter amarsi, ma non poterlo fare nella stessa città. Voler condividere piccoli gesti quotidiani, ma continuare a marginarli nei periodi di reciproca libertà. Essere distanti, sì, ma non sentirsi mai tali. E’ questo il destino di coppie formate in un’età che impone loro di spostarsi continuamente, per scelta o per necessità.
Numerosi sono gli italiani che partono dirigendosi verso altre destinazioni o verso altre città, magari estere. Lo fanno per inseguire un sogno, l’aspirazione della propria esistenza o semplicemente perché non si vedono alternative. In qualsiasi parte del mondo finiranno, qualsiasi sia la loro meta, continueranno a sentirsi vicini alla loro famiglia, sebbene chiunque direbbe che siano distanti.
Vivere distanti, in fondo, non vuol dire vivere distaccati. Il sentimento rimane, inoppugnabile, solido. Ma deve fare i conti con quei kilometri che non saranno mai tanto insormontabili da causare un distacco. L’amore è il collante di qualsiasi separazione.
“Per realizzare qualunque sia il proprio sogno, si va via, sempre.”
Lo scrive Roberto Saviano mentre osserva il dipinto di Magritte che ribattezza “amore a distanza“. Se lo ripropongo anche io, è perché sostengo che non c’è nulla di più idoneo a rappresentare due cuori distanti, ma che non smetteranno mai di volersi bene.
Che non smetteranno mai di sentirsi vicini.