Dissenso Comune, la lettera manifesto di 124 attrici italiane contro le molestie

Dissenso Comune

Fonte: tuttosu.virgilio.it

Dissenso comune è una lettera manifesto, sottoscritta in Italia da 124 attrici, registe, produttrici e donne che lavorano nella comunicazione e nello spettacolo. La si può leggere integralmente su Repubblica.it. Essa rappresenta il primo passo verso un cambiamento dell’intero sistema, non solo nel mondo dello spettacolo. Tra le firmatarie: Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Paola Cortellesi, Geppi Cucciari, Sabrina Impacciatore, Miriam Leone, Giovanna Mezzogiorno, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca.

Una seria iniziativa di solidarietà

Fonte: smartweek.it

Con l’esplosione del caso Weinstein sono state raccontate centinaia di storie e per ognuna di esse ci sono state altrettante opinioni. Molte di queste, ahimè, superficiali e sbrigative. Alcune persone hanno normalizzato violenze e molestie, considerandole semplici avances. Si pensi alla lezioncina di Berlusconi che, da esperto tombeur de femmes, ha dichiarato che alle donne piace essere corteggiate, purché con eleganza. Ma prima ancora, a Catherine Deneuve, che con la lettera dedicata alla protezione del presunto diritto di importunare degli uomini, asserisce che la sessualità sia selvaggia e offensiva per sua natura.

In poche parole, con queste esternazioni, lo scandalo Weinstein viene ridotto a una serie di lamenti capricciosi di donne che non sarebbero abbastanza mature a livello sessuale da accettare gli eleganti approcci di uomini di potere. Il tutto, quindi, viene minimizzato, come se stessimo parlando di semplici giochi di seduzione alla Christian Grey di “50 Sfumature

Dissenso comune, per fortuna, non si pone in quest’ottica, trattando seriamente la questione. Non sono mancate però delle critiche, perché l’iniziativa ha degli ottimi intenti, ma si astiene dal fare nomi e dunque non si espone. Questo potrebbe vanificare le sue nobili intenzioni.




I punti salienti di Dissenso Comune  

Questo l’incipit della lettera, che vuole avere una valenza universale, partendo dal disequilibrio registratosi nel mondo dello spettacolo, per arrivare in tutti gli altri ambiti:

Dalle donne dello spettacolo a tutte le donne. Unite per una riscrittura degli spazi di lavoro e per una società che rifletta un nuovo equilibrio tra donne e uomini.

Le donne vengono zittite da una vera e propria macchina della rimozione

Nella lettera si fa un’attenta analisi delle reazioni che si sono registrate dopo le denunce delle molestie:

Quando si parla di molestie quello che si tenta di fare è circoscrivere il problema a un singolo molestatore che funge da capro espiatorio. Non appena l’ondata di sdegno si placa, il buonsenso comune inizia a interrogarsi sulla veridicità di quanto hanno detto le “molestate”. Si interroga sul libero e sano gioco della seduzione e sui chiari meriti artistici, professionali o commerciali del molestatore che alla lunga verrà reinserito nel sistema.

Così facendo questa macchina della rimozione vorrebbe zittirci e farci pensare due volte prima di aprire bocca, specialmente se certe cose sono accadute in passato e quindi non valgono più. […] La scelta davanti alla quale ogni donna è posta sul luogo di lavoro è: “Abituati o esci dal sistema”.

Vi è poi una precisazione, per evitare che ancora una volta si confondano molestie con seduzione:

Il nostro non è e non sarà mai un discorso moralista. La molestia sessuale non ha niente a che fare con il “gioco della seduzione”. Noi conosciamo il nostro piacere, il confine tra desiderio e abuso, libertà e violenza.

Successivamente si analizza un punto fondamentale: perché tutto è partito dal cinema e dalle attrici?

Per due ragioni. La prima è che il corpo dell’attrice è un corpo che incarna il desiderio collettivo. Poiché in questo sistema il desiderio collettivo è il desiderio maschile, il buonsenso comune vede in loro creature narcisiste, volubili e vanesie, disposte a usare il loro corpo come merce di scambio pur di apparireLa seconda ragione per cui questo atto di accusa parte dalle attrici è perché loro hanno la forza di poter parlare, la loro visibilità è la nostra cassa di risonanza. 




La molestia sessuale è un sistema da abbattere

Infine, si conclude arrivando a considerare la trasversalità del fenomeno, non circoscritto solo al mondo del cinema:

La molestia sessuale è fenomeno trasversale. È sistema appunto.  È parte di un assetto sotto gli occhi di tutti, quello che contempla l’assoluta maggioranza maschile nei luoghi di potere, la differenza di compenso a parità di incarico, la sessualizzazione costante e permanente degli spazi lavorativi. La disuguaglianza di genere negli spazi di lavoro rende le donne, tutte le donne, a rischio di molestia poiché sottoposte sempre a un implicito ricatto. Succede alla segretaria, all’operaia, all’immigrata, alla studentessa, alla specializzanda, alla collaboratrice domestica. Succede a tutte. Noi non puntiamo il dito solo contro un singolo “molestatore”. Noi contestiamo l’intero sistema.

Dissenso Comune è dunque un’iniziativa decisa, che non lascia spazio a giustificazioni di qualsiasi tipo. È un atto di solidarietà verso le vittime che spesso spesso sono passate per carnefici.

Dure critiche da Asia Argento e Miriana Trevisan




Non tutte però sembrano apprezzare lo sforzo di Dissenso Comune. Su Twitter è possibile leggere alcune critiche. Tra queste, Asia Argento, che considera l’iniziativa uno sforzo vacuo perché non vengono fatti nomi. Nella lettera si legge infatti: “Noi non siamo le vittime di questo sistema, ma siamo quelle che adesso hanno la forza per smascherarlo e ribaltarlo. Questo atteggiamento, secondo Asia, sarebbe inconcludente.

https://twitter.com/AsiaArgento/status/959113886770384896

Dello stesso avviso è l’attrice Miriana Trevisan. Secondo la donna, le firmatarie della lettera non possono esporsi perché il sistema è così radicato che perderebbero il lavoro:

Lo scandalo delle molestie nel mondo del cinema è un argomento ancora caldo, oggetto di accesi dibattiti. E meno male.

Rossella Micaletto

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