Nel mondo dei più giovani, pedalare su una bicicletta può rappresentare una vera avventura, una strada verso l’indipendenza e l’autonomia. Tuttavia, questa avventura non è uguale per tutti i minori, a causa delle notevoli differenze nell’accesso alle piste ciclabili in Italia.
Nel mondo dei bambini e dei ragazzi, le piste ciclabili rappresentano molto più di una semplice modalità di mezzo di trasporto; sono il passaporto per l’indipendenza e l’avventura. Escludendo l’opzione di camminare, la bicicletta diventa la vera alternativa per muoversi senza dipendere dai genitori.
La costruzione di queste piste non è solo una mossa per promuovere la “mobilità dolce” e ridurre le emissioni inquinanti, ma un passo verso l’autonomia dei giovani. Offrono a bambini e adolescenti la possibilità di spostarsi in sicurezza, che sia per raggiungere la scuola o incontrare gli amici. È un mezzo di trasporto “salutare”, sostenibile sotto molteplici aspetti: ambientale ed economico.
Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi, le differenze nell’offerta di piste ciclabili sono ancora molto marcate tra le città italiane. Alcune, come Mantova e Ferrara, vantano oltre 10 chilometri di piste per ogni mille residenti sotto i 18 anni, mentre a Avellino, Napoli e Viterbo, nel 2021, il dato è inferiore a 0,15 chilometri. Inoltre, meno del 10% delle scuole risultava raggiungibile tramite queste piste nello stesso anno scolastico.
L’accesso alle piste ciclabili variano notevolmente tra i capoluoghi italiani. Roma e Milano sono le città con la maggiore estensione assoluta, rispettivamente con 317,1 e 298 chilometri di piste. Questo non sorprende, dato che sono anche le città più popolose d’Italia.
Se si guarda all’indicatore relativo alla superficie del comune, prevalgono invece città come Padova, Brescia e Mantova, con 197,2, 186,1 e 179,8 chilometri di piste per 100 chilometri quadrati di territorio, rispettivamente. Mantova si distingue anche per il rapporto tra la lunghezza delle piste ciclabili e i residenti sotto i 18 anni, con 16,37 chilometri ogni mille abitanti. Ferrara è l’unica altra città a superare i 10 chilometri per mille minori.
Emerge chiaramente che l’infrastruttura ciclabile è più diffusa nel nord dell’Italia, dove il 45,4% delle piste si trova nel nord-est. Le città di Reggio Emilia, Modena e Cremona superano gli 8 chilometri per ogni mille abitanti sotto i 18 anni.
Al contrario, nell’Italia centro-meridionale, l’offerta di piste ciclabili è notevolmente inferiore. In 14 comuni, di cui 11 nel mezzogiorno, ci sono meno di 0,5 chilometri per ogni mille bambini e ragazzi. Avellino, Napoli e Viterbo scendono addirittura sotto i 0,15 chilometri.
Di conseguenza, in queste aree, è raro che servizi essenziali come le scuole siano raggiungibili in bicicletta. Nel 2021, oltre il 70% delle piste ciclabili nei capoluoghi italiani si trovava nelle città del nord, e il 79% degli edifici scolastici collegati alla rete ciclabile era situato in questa stessa area.
In media, solo una scuola su 10 in Italia è collegata a una pista ciclabile, il 9,2%. Il restante 42% degli edifici scolastici non è collegato, mentre nel 48,8% dei casi, l’informazione è semplicemente non disponibile. Questo rende difficile distinguere tra mancata segnalazione e assenza effettiva di collegamento.
È interessante notare che sono soprattutto le scuole del nord Italia a dichiarare una maggiore raggiungibilità in bicicletta, in linea con l’offerta di piste ciclabili nelle città capoluogo. Le scuole dell’Emilia Romagna e del Veneto sono le più raggiungibili con le piste ciclabili, con oltre una su cinque dichiarata raggiungibile. Al contrario, meno dell’1% delle scuole statali in Campania, Sicilia, Basilicata e Molise ha dichiarato un collegamento in base all’anno scolastico 2021/22.
Guardando più in dettaglio a livello locale, emergono enormi differenze tra le province di Venezia e Ravenna, dove oltre il 30% delle scuole è collegato, e altre sei province, tra cui Trieste, Ragusa, Nuoro, Matera, Campobasso e Benevento, dove nessuna delle scuole statali ha dichiarato collegamento.
Tra le città capoluogo, spiccano Cuneo, con il 77,3% di edifici raggiungibili, e Modena, con il 66,2%. Al contrario, meno del 2% delle scuole ha dichiarato collegamento in 41 città, di cui ben 17 si trovano in Sicilia, Calabria e Campania.
Alla luce di queste differenze significative, è urgente concentrare l’attenzione sull’accesso alle piste ciclabili e sulla costruzione di nuove infrastrutture ciclabili. Nel 2016-2021, c’è stato un incremento generalizzato delle piste ciclabili in tutto il paese, con un aumento del 25,1% nei capoluoghi. Nel mezzogiorno, l’incremento è stato ancora più significativo, del 39,7%, rispetto al 22,1% del nord e al 30,3% del centro Italia.
Questi numeri indicano un progresso verso la riduzione del divario, sebbene in termini assoluti il divario rimanga considerevole. Nelle isole, dove la rete ciclabile è cresciuta del 46,8%, si contano appena 160 chilometri nel 2021. Nel sud continentale, con un incremento del 36,8%, i chilometri ciclabili sono leggermente superiori a 350, una frazione rispetto all’estensione delle regioni centrali e settentrionali.
Queste differenze non devono essere sottovalutate, poiché influiscono sulla vita quotidiana dei minori, sulle loro opportunità e, alla fine, sulla loro qualità di vita. È necessario affrontare questa sfida per garantire un futuro migliore per le giovani generazioni.