Discriminazione Salariale tra Braccianti, una dura realtà nascosta nel cuore delle campagne dell’Agro Pontino, dove qualche centesimo in più può fare la differenza.
Nel cuore delle campagne dell’Agro Pontino, delle monete di pochi centesimi possono incredibilmente fare la differenza. Tra i braccianti agricoli impegnati nelle campagne dell’Agro Pontino, esiste una pratica inquietante: la differenziazione delle tariffe salariali a seconda della nazionalità e del passaporto. Le segnalazioni di questa discriminazione, provenienti sia da cittadini indiani che da africani, sono giunte al sindacato della Flai Cgil di Frosinone e Latina, mettendo in luce un fenomeno sommerso che richiede attenzione.
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Secondo quanto è emerso dall’analisi condotta dal sindacato, gli italiani risultano essere i lavoratori che ricevono i salari più elevati, seguiti dai romeni e dagli indiani. Gli africani, in particolare molti braccianti agricoli originari del Mali, si trovano alla fine della scala salariale. Le retribuzioni oscillano da 7 a meno di 5 euro a seconda della nazionalità, rivelando uno squilibrio salariale ricco di significati.
Il sindacato ha dichiarato che la solidarietà tra lavoratori di diverse nazionalità è essenziale per affrontare questa situazione. Laura Hardeep Kaur, alla guida della segreteria di Latina e Frosinone della Flai Cgil, ha sottolineato l’importanza di un fronte comune:
“Nella stessa azienda, se si riesce a fare fronte comune tra italiani, africani e indiani, si può aumentare il potere contrattuale”.
Questo dimostra che la cooperazione tra lavoratori di diverse origini è fondamentale per contrastare la pratica discriminatoria e migliorare le condizioni lavorative per tutti.
L’emergere di queste tariffe salariali differenziate basate sulla nazionalità richiama l’attenzione su un problema urgente. Oltre alla lotta contro lo sfruttamento, è cruciale promuovere la consapevolezza e intraprendere azioni concrete per garantire l’uguaglianza e l’equità nei luoghi di lavoro. La lotta contro la discriminazione salariale rappresenta un passo importante verso la creazione di un ambiente lavorativo giusto, inclusivo e rispettoso delle diversità, indipendentemente dall’origine dei lavoratori.