Dal coro degli anti-caro-gas emerge la voce inaspettata di una donna che si scopre improvvisamente, oltre che alleata dei provocanti l’emergenza, anche contestatrice dell’emergenza stessa.
Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, per creare attrito tra le forze non russe ha diffuso via telegram delle potenti dichiarazioni.
Mettendo in confronto l’Italia, gli italiani e gli USA, ha espresso la tesi: “Roma è spinta al suicidio economico per la frenesia sanzionatoria euro-atlantica. (Le imprese italiane ndr) saranno distrutte dai ‘fratelli’ d’Oltreoceano“.
Sono gli USA i veri responsabili?
Zakharova pressa violentemente, senza risparmi di vigore. Secondo lei, i proprietari delle aziende statunitensi, che pagano “sette volte meno” l’energia, starebbero attendendo ansiosamente che le imprese elettriche italiane cedano alla crisi per appropriarsene a basso costo.
Agli occhi della donna, le direttive dall’estremo occidente sono irresponsabili. Come irresponsabili sono i governatori di Roma che agiscono sugli ordini di Bruxelles, quindi su quelli di Washington. Tenendo poco conto delle singolari esigenze del Paese.
Facendo leva sul desiderio universale di passare al di là dei cari, la Zakharova esaspera l’egoismo degli USA, disegnandoli persino approfittatori. Poi, facendo breccia nelle coscienze popolari, critica le improprietà del piano italiano per la riduzione della dipendenza dalle fonti energetiche russe.
Il trattamento delle bollette
Intanto, colpa degli statunitensi, dei russi, degli ucraini o degli italiani, la crisi del Belpaese continua a peggiorare. E le proteste imperversano.
Le bollette al fuoco, all’esibizione delle vie popolate o alle voci degli scontrini. In 13 città dell’ Umbria, a Napoli e a Firenze hanno pensato ad eclettiche soluzioni per manifestare le proprie difficoltà.
Nonostante le proclamazioni e gli interventi dall’alto, comunque, si stima che le bollette verranno pagate da sempre meno contribuenti. Il motivo, afferma Confcommercio: con il caro-energia da qui ai primi sei mesi del 2023 sono a rischio 120mila aziende e 370 mila posti di lavoro in Italia.
L’ obbligo capitale per gli eterni disgraziati
A subire nuovamente maggiormente le conseguenze della crisi indotta, sono gli operatori del settore secondario e terziario. Imprenditori proprietari di discoteche, bar, ristoranti, pizzerie, etc. sembra abbiano attraversato con il decennio le porte dell’inferno.
Disastri e Russia. Eventi naturali quali la pandemia da Sar-Cov-2 e il cambiamento climatico, ed eventi ad unica responsabilità antropologica come la guerra in Ucraina, stanno costringendo sempre più fallimenti negli ambiti succitati.
Prima l’estenuate alternanza “apertura-chiusura”, l’incertezza e la momentaneità d’ogni speranza. Poi i conti con le attitudini degli italiani più parsimoniosi. Ora l’incremento dei costi, l’inflazione, e l’estrema difficoltà nel pagare le bollette.
Cosa salverà il futuro della nostra “economia di svago”?
Gabriele Nostro