Disability Pride Milano 2024: celebrare la disabilità, reclamare i propri diritti

Torna a Milano l'evento che porta nelle strade i cittadini disabili e i loro alleati

Disability Pride Milano 2024: il 15, 16 e 17 giugno si terrà la nuova edizione della manifestazione, per la terza volta in città. Non solo corteo, ma anche tavoli di discussione e iniziative culturali.

Il Disability Pride Milano 2024

Il primo giugno si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del Disability Pride Milano 2024. Dopo l’edizione torinese, svoltasi lo scorso aprile, la manifestazione che rivendica con orgoglio le condizioni di disabilità torna nella città lombarda per tre giorni di eventi a tema.

Il corteo vero e proprio sarà domenica 16 giugno alle ore 18.00, presso Piazza del Cannone a Parco Sempione. Tra gli organizzatori: il Disability Pride Network, Abbatti le Barriere e Disabili Pirata. Assenti, purtroppo una volta ancora, le istituzioni, in una Lombardia che sempre di più sembra dimenticare parte della sua cittadinanza.

L’evento sarà, ovviamente, accessibile a tutte le persone e questo pone sfide organizzative spesso ignorate dagli altri eventi pubblici: percorsi senza barriere, bagni accessibili, spazi di decompressione pensati per le persone neurodivergenti, ma di fatto utili a tutti; come spesso accade quando si pensa in un’ottica di accessibilità.

Celebrare la disabilità, abbattere le barriere (non solo architettoniche)

Il Disability Pride è una marcia di orgoglio e celebrazione per dire “io ci sono”, per combattere quello sguardo pietista e paternalista con cui parte della società si approccia alla disabilità. L’inclusione non è fatta (solo) di assistenzialismo, ma deve promuovere prima di tutto l’empowerment delle persone con disabilità.

Si deve lavorare per l’autodeterminazione, l’indipendenza della persona e la valorizzazione delle differenze. È importante promuovere un linguaggio che superi gli stereotipi e i pregiudizi, una concezione della disabilità che la includa nello spettro delle differenze umane possibili.


Il 16% della popolazione mondiale convive con una disabilità. Si tratta della minoranza più numerosa al mondo, un gruppo nel quale chiunque potrebbe essere, un giorno, incluso, anche per semplici ragioni anagrafiche.

La legislazione non basta, serve una rivoluzione culturale e manifestazioni come il Disability Pride contribuiscono a plasmarla. Il tema dell’inclusione viene portato tra le strade delle città, tra la gente, attraverso le voci e i corpi non conformi delle persone che più di chiunque altro possono esserne testimoni. Una parata allegra e colorata, che spazza via il grigio triste con cui la disabilità viene solitamente dipinta. Mostrarsi con orgoglio come risposta alla concezione tradizionale che vede la disabilità come qualcosa di privato, da nascondere e di cui vergognarsi.

Il Disability Pride in Italia

È Carmelo Comisi a portare il Disability Pride in Italia nel 2015. La prima edizione (denominata Handy Pride) organizzata in forma di eventi itineranti per i Comuni del ragusano. Solo in seguito Comisi scoprì l’esistenza del Disability Pride americano e, dopo averli contattati, portò la manifestazione nelle più grandi città italiane. Le manifestazioni vengono organizzate in città e in date diverse, in maniera indipendente, come succede con i Pride dedicati alla comunità LGBTQIA+.

Oggi il Disability Pride Network è diventato una rete informale di singoli e di associazioni, uniti nell’obiettivo di costruire una società più giusta, in cui le differenze individuali non siano motivo di separazione, ma di forza. Una società da cui le persone con disabilità sono rimasta escluse per troppo tempo e che oggi reclamano le proprie voci silenziate, i propri diritti disattesi.

Il Disability Pride nel mondo

Il primo Disability Pride venne organizzato a Boston nel 1990, per festeggiare la firma dell’Americans with Disabilities Act, una legge che proibiva la discriminazione delle persone sulla base delle loro disabilità. Nei decenni successivi le manifestazioni si sono moltiplicate arrivando nel Regno Unito, in Nuova Zelanda, in Svizzera e in Italia. Nel Regno Unito da evento singolo si è trasformato in un mese intero di celebrazioni e divulgazione: il Disability Pride Month (a luglio).

La bandiera

Anche il Disability Pride ha la sua bandiera, ideata dalla scrittrice con paralisi cerebrale Ann Magill.
Cinque bande diagonali colorate su sfondo nero, ogni colore a indicare un tipo diverso di disabilità:

bandiera Disability Pride 5 strisce colorate: rossa, oro, bianca, blu, verde su sfondo nero

Le strisce sono diagonali per rappresentare le barriere che le persone con disabilità devono abbattere in ogni area della società.

Nella prima versione i colori erano più accesi a le strisce a zig zag, ma in seguito alla diffusione virale del design Magill ricevette feedback costruttivi: i colori brillanti, uniti al movimento delle strisce, rendevano la bandiera difficile da guardare su uno schermo. L’effetto strobo poteva scatenare emicranie, crisi epilettiche e sovrastimolazioni sensoriali.

Accolti i suggerimenti, la bandiera è stata modificata nella versione attuale, con colori attenuati e strisce regolari. «Penso sia anche meglio in questo modo, perché rappresenta davvero la comunità, che si è riunita per risolvere un problema», ha detto l’ideatrice durante un’intervista.

Trovi maggiori informazioni sul Disability Pride Milano 2024 sulle pagine social dell’evento.

Sara Pierri

 

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