NON E’ DA DRITTI ESSERE NEL DIRITTO

Questa settimana il parlamento ha convertito in legge il decreto cosiddetto “sugli enti locali”, anche a seguito della questione di fiducia posta al passaggio in Senato.

Il provvedimento contiene diverse misure, sia di carattere generale per tutti gli enti, sia specifiche per alcuni di essi.

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L’avvocato dei Promessi sposi : nel nostro parlamento gli avvocati occupano circa un ottavo dei seggi totali e Manzoni è sempre attuale.

Ci sono ad esempio la norma che facilita la rateizzazione dei debiti nei confronti di Equitalia ; lo stanziamento di 10 milioni per le famiglie delle vittime del recente incidente ferroviario in Puglia ; o la misura che consente la riscossione coatta delle multe da parte delle aziende di trasporto locali o regionali.

Quest’ultima misura è chiaramente una ciambella di salvataggio per alcune municipalizzate ormai al disastro, come la romana Atac.

Al cui riguardo, è di queste ora la notizia della chiusura dell’istruttoria condotta dall’Anac (autorità anticorruzione) guidata da Raffaele Cantone, che ha evidenziato sperperi e malversazioni per non dire autentiche depredazioni e truffe, agevolate dalla normativa del vigente Codice degli appalti (peraltro appena emendato per l’ennesima volta).

Infatti, il Codice in questione non compendia solo la gara d’appalto pubblica, come modalità per l’assegnazione e stipula di contratti di fornitura, da parte delle società a partecipazione pubblica.

Fra le procedure previste, spicca infatti anche la cosiddetta procedura negoziata – la quale vuol dire che gli amministratori dell’Atac potevano gestire in proprio, e riservatamente, la stipula dei contratti.

Con gli effetti che Cantone ha evidenziato – e che ogni romano constata quotidianamente.

Cioè deficit di bilancio, abusi ed inefficienza, con servizi sempre più scadenti.

LA FINE DELL’ ILLUSIONE

Questo per dire che : se il governo Renzi sembrava dovesse portare una grande ventata di rinnovamento nell’amministrazione della cosa pubblica, all’insegna della trasparenza, meritocrazia, ed efficienza;

e se il suo governo doveva far ripartire l’Italia, rottamando magari tutti coloro i quali – amministratori, manager, tanto quanto politici e dipendenti fannulloni – avevano dato e danno vita al degrado dello Stato nelle sue varie articolazioni;

insomma se questo era l’obiettivo, siamo lontani anni luce.

Lo dimostra, ahinoi, proprio il Dl enti locali di cui avevo iniziato a discutere.

I PADRONI DELLE SPIAGGE NON SI ROTTAMANO

Infatti, esso comprende anche una “norma ponte” (un altro esempio di norma speciale o di deroga, di quelle che crivellano come una gruviera la montagna imponente e pletorica del diritto patrio) con cui si salvaguardano fino al 2020 quelle concessioni balneari, di lunghezza pluriennale e spesso indeterminata, e quindi eterne, che la Corte di Giustizia europea aveva dichiarato illegittime.

E lo aveva fatto, la Corte, in ossequio al principio che solo la pubblica gara d’appalto, per assegnare concessioni di lunghezza determinata, sia la modalità con cui si possa garantire che un bene pubblico (in questo caso le spiagge e l’accesso al mare) non diventi nei fatti proprietà di privati : che così pertanto riescano a sfruttarlo economicamente senza neanche pagare il dovuto al pubblico, cioè alla comunità.

Le spiagge sono di tutti : ma le concessioni a tempo indeterminato di fatto le hanno “regalate” a dei privati – e questo, oltre ad essere un abuso in sé, inevitabilmente ha innescato un circolo vizioso di altri abusi, inefficienze, e via dicendo.

Ma pensate all’etere : allo spazio per le trasmissioni delle televisioni, che di fatto da decenni è stato privatizzato a proprio vantaggio da Berlusconi e pochi altri.

Lo dico anche perché fu analogo il contenzioso fra i proprietari di Europa 7 e Berlusconi, il quale mai concesse loro la porzione di etere necessaria a trasmettere, nonostante glielo chiedesse una sentenza europea. No alla concorrenza : ma che scherziamo ?

Naturalmente, la suddetta salvaguardia delle concessioni balneari, da parte del governo Renzi, si dichiara sia stata emanata in attesa di “revisione organica della materia” (quale? La materia delle concessioni? Delle concessioni balneari? O di che?); e va da sé, “per poter garantire che le risorse umane, le conoscenze e le specificità e l’impegno di chi da anni è sul campo vengano valorizzati” come ha sostenuto l’ineffabile ministro degli Affari regionali, Costa.

Sarà : ma per derogare, salvaguardare, revisionare, non serviva il bulldozer Renzi, che non riesce a dare neanche una sistemata all’arena sconnessa delle spiagge italiane .

Per continuare l’antico andazzo, andavano bene Andreotti, Forlani, Letta e compagnia bella.

IL DIRITTO AL SERVIZIO DEL POTERE

Di deroghe ed eccezioni o promesse di “risistemazioni sistematiche”, rimandate alle calende greche, il diritto amministrativo italiano – che è il vero strumento di potere di tutto un sistema, lo dovete capire – né è impregnato fino alle fondamenta. Che non a caso vacillano.

Insomma, anche qui, nessuna concorrenza, nessuna trasparenza: nessuna democrazia, nessun bene comune, e quindi nessuna svolta.

I padroni dei lidi non si rottamano, nossignore.

Questa, che potrà sembrare una inezia, una piccolissima questione (ma poi non venite a lamentarvi, e non vi stupite, se l’accesso alle spiagge rimane ostacolato, o caro, o scomodo, e via dicendo, e se le mafie qui e lì vi prosperano) questa cosa dimostra quanto grande sia stata l‘illusione di un governo di cui si sperava che fosse perlomeno più liberale, autenticamente liberale, di quello dell’altro rottamatore, dell’unico monopolista che lanciò una “rivoluzione liberale” : Silvio Berlusconi.

E dimostra, il che è definitivamente doloroso, che quell’adagio per cui “entrando in Europa, ci costringeranno a fare quelle cose, che da soli non vogliamo fare”, che anche quello era, alla fin fine, un mero luogo comune.

Per anni, nella battaglia coi magistrati italiani, Berlusconi e company hanno escogitato stratagemmi, deroghe e lodi vari, per svicolare fra le maglie del diritto, di quella che si autoproclama da mill’anni di esserne la patria.

E Renzi continua col costume delle deroghe e delle proroghe, che sono solo le droghe della vita sociale e del senso della giustizia.

E’ un dritto, lui.

In Europa, il diritto è di destra. Right, droite, derecho, sono il destro senso in cui far girare la legge, e le cose.

In Italia (Europa?) il diritto non è di destra, e non è di sinistra; non è liberale, e non è socialista; ma va dritto allo scopo, che è favorire il potente di turno; per cui qui sotto le Alpi, essere nel diritto non è una cosa da dritti.

 ALESSIO ESPOSITO

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