Crisi dei diritti umani a Delfan: appello urgente per fermare le esecuzioni in Iran

diritti umani a Delfan

L’emergenza delle condanne a morte e la drammatica situazione dei diritti umani a Delfan hanno raggiunto proporzioni allarmanti, richiedendo un intervento immediato e deciso della comunità internazionale.


La rivelazione scioccante delle numerose condanne a morte nella piccola città di Delfan, situata nella provincia di Lorestan in Iran, ha sollevato un pressante appello a livello mondiale per un’immediata azione e condanna. Secondo Yahya Ebrahimi, il rappresentante parlamentare di Delfan, in un’intervista video datata 20 dicembre 2023, approssimativamente da 1.000 a 2.000 giovani di questa regione si trovano sull’orlo dell’esecuzione a causa di reati legati al traffico di droga.

La crisi dei diritti umani a Delfan

Durante la sua recente visita sul campo a Delfan, Ebrahimi ha instaurato un contatto diretto con le famiglie dei detenuti condannati a morte per presunti reati legati alla droga. In modo straziante, queste famiglie hanno condiviso con lui statistiche inquietanti riguardanti il costante e preoccupante aumento delle condanne a morte in questa contea, nonostante la sua popolazione limitata a soli 150.000 abitanti. Tale incremento vertiginoso delle sentenze capitali ha sollevato gravi preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani a Delfan.

Queste statistiche sconvolgenti dipingono un quadro allarmante: una persona su cento a Delfan è stata condannata a morte dal regime iraniano esclusivamente per reati collegati alla droga. Questa elevata incidenza di condanne capitali all’interno di una comunità così limitata e emarginata evidenzia in modo inequivocabile la drammatica crisi dei diritti umani a Delfan. Tale situazione mette in evidenza la profondità dell’emergenza umanitaria che si sta verificando in questa regione.

Questa preoccupante tendenza non è confinata esclusivamente a Delfan ma si diffonde come un triste schema in ogni regione marginalizzata dell’Iran. Un numero considerevole di individui in tutto il Paese si trova a rischio di esecuzione unicamente a causa di presunti reati legati alla droga, mettendo in luce una pratica criminale intenzionale e mirata. Tale diffusione generalizzata delle condanne capitali per queste tipologie di reato svela una situazione allarmante che coinvolge l’intero tessuto sociale iraniano.

L’obiettivo principale del regime iraniano nel mettere in atto tali condanne inerenti ai reati di droga è quello di esercitare un controllo oppressivo e intimidatorio sulla società. L’esecuzione dei cosiddetti “prigionieri comuni” è considerata una delle modalità meno dispendiose di omicidio autorizzato dallo Stato, un’opzione che il regime iraniano utilizza da anni come strumento di repressione, controllo sociale e vendetta. Questo utilizzo distorto del sistema giudiziario rivela un’applicazione ingiusta e manipolativa delle leggi, con effetti disastrosi sulla popolazione colpita e sulla stabilità sociale nel Paese.

Una fonte vicina alle famiglie dei condannati a morte a Delfan ha rivelato a Iran Human Rights Monitor (IranHRM) che le forze governative hanno tentato di corrompere queste famiglie. Si dice che abbiano offerto di risparmiare l’esecuzione di un membro della famiglia se fosse stato affiliato alla milizia Basij e avesse aiutato a reprimere le proteste. Questa tattica sta diffondendo paura nella piccola città, costringendo le famiglie ad aderire involontariamente alla Basij, consentendo così al regime di esercitare controllo attraverso le esecuzioni.

La maggioranza delle persone vittime di queste esecuzioni emerge da contesti caratterizzati da estrema povertà e appartiene frequentemente alla classe lavoratrice. Delfan, inoltre, è afflitta da una disoccupazione che supera il 25%, un dato che eccede la media nazionale. Questo contesto socio-economico rende evidente come le fasce più vulnerabili della popolazione siano maggiormente esposte alle conseguenze tragiche delle condanne capitali, aumentando il divario sociale ed evidenziando la necessità urgente di interventi mirati per affrontare la situazione critica dei diritti umani in questa regione.

Questa notizia ha attirato l’attenzione a livello nazionale attraverso i media iraniani, incluso il sito web del quotidiano “Ettela’at” del 20 dicembre 2023. Anche il giornale “Baharnews”, affiliato al governo, ha menzionato la relazione del parlamentare.

Iran Human Rights Monitor (IranHRM) implora urgentemente la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite e tutte le organizzazioni per i diritti umani, di condannare le esecuzioni in Iran e di rifiutare di restare in silenzio di fronte alla catastrofe dei diritti umani a Delfan. Un’azione immediata è fondamentale per fermare queste esecuzioni in Iran.

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