A Palazzo Adriano, in Provincia di Palermo, molti si fidavano di Franca Di Martino, la direttrice dell’ufficio postale del posto. Sembrava avere sempre dei buoni consigli e di essere molto in gamba. Pareva avere esperienza e conoscenza del settore degli investimenti e risparmi. Peccato solo che ci teneva così tanto ai risparmi dei clienti, che spesso se n’è appropriata. Faceva firmare svariati documenti e moduli ai clienti, per poi sottrarre i soldi dai conti corrente.
La denuncia di una vedova a carico della direttrice
A denunciare il fatto è una vedova, che si è costituita parte civile. Alla signora sono stati sottratti 20 000 euro. Come riportato da Notizie.it (Palermo), ha raccontato:
Dopo la morte di mio marito, avevo deciso di chiudere il libretto cointestato con lui e di aprirne uno nuovo, con le mie figlie. Chiesi dunque alla direttrice di fare l’operazione. La Di Martino disse che per operazioni del genere ci voleva tanto tempo. Mi diceva, penso a tutto io, non deve preoccuparsi di nulla, deve solo fidarsi.
La signora dunque si fidò della direttrice. Si recava ogni tanto in Posta per chiederle a che punto fosse l’operazione e pian piano si accorse che la direttrice prelevava costantemente dal suo conto. La vedova chiese dunque spiegazioni alla furba signora, che ammise di aver eseguito dei prelievi che ammontavano a ben 60 000 euro per ragioni familiari, ma promettendo l’integrale restituzione del debito.
La vedova però riuscì ad ottenere solo 40 000 euro e per questo decise di denunciare la direttrice della Posta. “Un giorno venne a casa pregandomi di non fare cenno a nessuno di quella situazione e di non denunciarmi. Ma come potevo tacere?”. Queste le parole della vedova che avrebbe voluto usare quei soldi, risparmi messi da parte anno dopo anni, per i figli.
Poi le denunce di altre persone
L’avvocato Calantropo ha detto:
Grazie alla denuncia di questa donna, molte altre persone hanno trovato il coraggio di denunciare. Le Poste si sono occupate dell’aspetto disciplinare di tutta questa dolorosa vicenda, ma nulla hanno fatto sul fronte del risarcimento delle vittime, che hanno subito un gravissimo danno.
La direttrice avrebbe ingannato anche altri quattro clienti, impossessandosi nel biennio 2015-2016 di quasi 124 mila euro.
Tramite firme, moduli, documenti, giri di parole e buoni consigli la direttrice delle Poste si impossessava di stipendi, pensioni e risparmi di una vita. Una storia spiacevole che suggerisce di prestare sempre molta attenzione ai propri soldi: in alcuni casi (purtroppo) fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.
Rossella Micaletto