Abbiamo sentito parlare recentemente di Eike Shmidt per la polemica Ferragni-Uffizi, ma conosciamo la sua figura più da vicino: il suo curriculum
Eike Schmidt è un tedesco innamorato dell’arte toscana e che parla italiano fluentemente. È il direttore tedesco degli Uffizi, il museo italiano più visitato, dal novembre del 2015 , e la sua direzione è stata rinnovata con un secondo mandato nel 2019. Nel 2015 si è classificato come primo direttore straniero del museo.
Schmidt ha studiato arte moderna e medievale all’Università di Heidelberg, dopodiché ha svolto ricerca presso l’Università di Bologna. È poi vissuto negli Stati Uniti d’America, dove è stato curatore della National Gallery of Arts di Washington.Nel 2013 ha curato la grande mostra sulla scultura barocca in avorio a Palazzo Pitti, a Firenze. Ad oggi, è uno dei massimi esperti di scultura europea del Rinascimento e del Barocco.
La sua visione “progressista” dell’arte
In una sua recente intervista, il direttore tedesco degli Uffizi ha affermato, in risposta alle critiche per l’accoglienza di Chiara Ferragni al museo:
Siamo tra Scilla e Cariddi: dobbiamo suscitare l’interesse dei giovani ed evitare le critiche dei parrucconi fermi a una visione naftalinizzata e novecentesca della cultura. Noi stiamo dalla parte dei ragazzi. E i numeri ci danno ragione.
Non è facile destreggiarsi tra i mezzi di comunicazione che utilizzano i giovani e quella fascia di intenditori, o amatori, della materia che preferiscono una fruizione della stessa più tradizionale, purista e incontaminata dal pop. Una fruizione che il direttore ha abilmente definito “naftanilizzata”, termine che potrebbe voler indicare qualcosa che si forza a non invecchiare, ma è inevitabile che lo faccia e, per di più, acquisisce un odore evidentemente spiacevole. Sono due opposti separati da un divario notevole, ma il direttore è convinto che saranno i giovani a ereditare il patrimonio artistico e, affinché possano ereditarlo davvero, bisogna che sia per loro accessibile.
La sua visione del lavoro e dei lavoratori italiani nel campo dell’arte
Il punto di vista sul lavoro in Italia nel campo dell’arte, in quanto straniero, è sicuramente arricchente, quasi imparziale. Il direttore ha affermato:
Una caratteristica dei colleghi qui agli Uffizi è che si possono appassionare a un progetto di lavoro in maniera totale, con un’abnegazione meravigliosa.
Quindi Schmidt, al di là di quello che si possa pensare attraverso gli stereotipi, è un grande stimatore del modo lavorare italiano, nonostante riconosca il cappio della burocrazia. Sostiene che chi si occupa d’arte e sia nato in Italia, sia fornito di grande elasticità, ovvero capacità di adattamento, e soprattutto di una sapienza che deriva dalla familiarità profonda che vive con le opere artistiche, da cui è circondato.
A suo dire, è anche grazie all’incontro con questo ambiente favorevole che è riuscito a portare avanti importanti lavori, come il riallestimento complessivo di alcune delle sale principali della Galleria delle Statue e delle Pitture agli Uffizi, come quelle di Botticelli, Leonardo, Michelangelo e Raffaello, oltre all’apertura di nuovi spazi per Caravaggio e i Caravaggeschi. Sapevate che è sotto la direzione di Schmidt che è stata collocata per la prima volta, con il ruolo di protagonista in una stanza tutta per sè, la Medusa di Caravaggio?
Francesca Santoro