Dipendenze culturali: attraverso gli studi di psicologi e narratologi si arriva ad affermare che la lettura crea dipendenza e può sviluppare sindromi psichiatriche. Potremmo addirittura considerare la lettura una vera e propria ‘usanza’ stupefacente: libro come librodroga. È una idea azzardata, che si è cercato di chiarire e dimostrare, in maniera anche giocosa, seguendo il filo logico di coloro che da tempo si occupano di libri e di lettura a livello cognitivo.
Lettori compulsivi
Dipendenze culturali, cosa sono? La lettura può creare dipendenza? Sì.Sono moltissimi i casi di lettori dipendenti che si rivolgono a terapisti e chiedono consigli su questa strana dipendenza.
Su “Internazionale” esiste una rubrica dal nome “Bibliopatologo”. È una rubrica sulle perversioni culturali e grazie a questa, riusciamo a capire quante persone soffrano di disturbi legati alla cultura.
“Credo di soffrire di un grave disturbo comportamentale nel consumo di libri: passo da periodi in cui leggo bulimicamente a periodi di totale astinenza durante i quali, senza una motivazione precisa, non leggo niente. Non sarebbe un problema se non vivessi questi ultimi con un pesante senso di colpa, direi quasi religioso, come se sentissi di meritare una qualche punizione divina. Dice che è il caso di cominciare una riabilitazione per un consumo più equilibrato della sostanza?”
–Alessandra
La paura di lasciare un libro a metà
Anche la paura di non riuscire a leggere per intero uno o più libri rientra tra questi disturbi.
“Sapere che al momento della mia morte ci sarà quasi sicuramente almeno un libro di cui non conoscerò mai il finale mi getta a volte nello sconforto più totale. Consigli?”
– Arianna“Tu hai paura di non riuscire a leggere il finale di un libro, ma pensa allì’autore che lo ha scritto con l’apprensione di dover abbandonare l’opera a metà! Se la morte arriva prima che il poveretto sia riuscito a mettere la parola fine, ebbene, avrà trionfato due volte: sulla vita dello scrittore, ovviamente, e sul micromondo di carta che questi aveva cominciato faticosamente a far vivere.”
“Non solo da scrittori, anche da semplici lettori abbiamo le nostre angosce. La prospettiva di morire prima di aver finito il romanzo che abbiamo tra le mani ci fa sentire due volte insicuri, perché ci costringe a constatare che il laboratorio letterario in cui ci muovevamo con tanta padronanza non era sigillato ermeticamente, e che si può morire anche mentre si gioca al morto.”
Consigli:
Se anche voi appartenete a queste pericolose categorie di lettori, niente paura. Esistono delle terapie mirate e dei volumi che possono aiutare.
Per la lettura compulsiva: Librodroga
Per la paura di non riuscire a leggere per intero un libro:
Dino Buzzati, Il deserto dei tartari, un importante esperimento letterario, un racconto doloroso sui sentimenti, il tempo, e la morte che può arrivare anche all’improvviso (anche prima di aver finito di leggere un libro).
“Che cosa volevi dire Angustia? Te ne sei andato senza terminare la frase; forse era una cosa stupida e qualunque, forse un’assurda speranza, forse anche niente.”
Mariafrancesca Perna