L’Istituto Superiore di Sanità ha reso pubblici i risultati dello studio “Dipendenze comportamentali della Generazione Z” in collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS stesso. I risultati sono preoccupanti: quasi 2 milioni di adolescenti sono a rischio dipendenze comportamentali.
Il report dell’Istituto Superiore di Sanità
Lo studio ha intervistato studenti tra gli 11 e i 17 anni e ha evidenziato dati allarmanti:
Oltre un milione e 150mila adolescenti in Italia sono a rischio di dipendenza da cibo, quasi 500mila potrebbero avere una dipendenza da videogiochi mentre quasi 100mila presentano caratteristiche compatibili con la presenza di una dipendenza da Social Media, ed è diffuso anche il fenomeno dell’isolamento sociale (conosciuto come Hikikomori nella sua manifestazione clinica estrema), che riguarda l’1,8% degli studenti medi e l’1,6% di quelli delle superiori.
Dipendenze comportamentali negli adolescenti: i dati
Social media addiction: si tratta di una frequentazione compulsiva dei social network tanto incontrollata da diventare l’attività principale del soggetto e che compromette molti altri ambiti della vita quotidiana. Riguarda il 2,5% del campione e colpisce soprattutto il genere femminile, in particolare della fascia di età tra i 14 e i 17 anni. La dipendenza, inoltre può causare ansia sociale grave e maggiore impulsività.
Internet Gaming Disorder: è la partecipazione a videogiochi online spesso con altri giocatori in maniera compulsiva. Questo disturbo riguarda il 12% del campione e in modo particolare il genere maschile e può portare a depressione e ansia sociale.
Food addiction: è la tendenza a mangiare in maniera incontrollata cibi ricchi di zuccheri e/o grassi. Questo disturbo riguarda più di un milione di studenti, soprattutto femmine ma si sta diffondendo anche nella popolazione maschile. Rientra nel ben più ampio spettro dei disturbi dell’alimentazione ed è di difficilissima individuazione, soprattutto nelle sue manifestazioni più lievi. Inoltre è legato a depressione e ansia.
Ritiro sociale: si tratta della tendenza a chiudersi per diversi mesi nella propria camera (almeno 6), senza mai uscire (conosciuto nella sua manifestazione clinica estrema come Hikikomori). Il fenomeno riguarda più le femmine che i maschi e riguarda più del 3% della popolazione intervistata.
Consumo di cannabis: più del 22% degli studenti delle superiori ha dichiarato di aver fumato cannabis almeno una volta. Il suo consumo non rientra nei disturbi comportamentali ma può esserne una conseguenza. Non riguarda specificamente un genere ma il suo consumo è più elevato in associazione ai disturbi dell’alimentazione, alla social media addiction e all’isolamento sociale. Inoltre chi consuma cannabis è spesso già fumatore e consumatore di alcol.
“Fragilità da conoscere e far conoscere”
Così il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, intervenuto alla presentazione dei risultati:
Le dipendenze non sono solo quelle tradizionali da sostanze stupefacenti, da alcol o da tabacco. Da tempo il dipartimento delle politiche antidroga ha identificato la dipendenza da gioco che, come le altre, ha effetto di rilievo sociale rilevantissimo. Questa ricerca, oggi, amplia lo spettro delle dipendenze e descrive delle fragilità non da compatire o nelle quali crogiolarsi, ma da conoscere e far conoscere.
Questa ricerca, quindi, si offre come strumento di conoscenza e identificazione delle fragilità perché essere consapevoli dell’esistenza di determinate problematiche è essenziale per poter intervenire velocemente e non lasciare i ragazzi allo sbando. Questi dati, quindi, possono e devono essere utilizzati come strumento di prevenzione: una base da cui partire per costruire “protocolli” di prevenzione.
- Per i ragazzi.
- Per gli insegnanti, in modo che riescano a intercettare i segnali di queste dipendenze comportamentali e segnalarle.
- Per i genitori, che spesso sono in difficoltà a limitare l’uso di social e videogiochi ai figli o faticano a riconoscere disturbi legati all’alimentazione.
Il ruolo dei genitori
Un dato che fa riflettere, infatti, è lo scarso livello di consapevolezza dei genitori riguardo ai disturbi e alle dipendenze dei figli.
Da un lato, molti dei genitori che hanno figli con un chiaro profilo di dipendenza (qualsiasi essa sia) negano che il figlio abbia tale problema o lo minimizzano. Nello specifico risultano particolarmente inosservati, da parte loro, i disturbi legati all’alimentazione e alle dipendenze da social e videogiochi
Dall’altro lato, altrettanti genitori ritengono loro figlio affetto da qualche tipo di disturbo o dipendenza senza che il figlio ne sia realmente colpito.
In ogni caso, però, quello che è emerso dallo studio è che la stragrande maggioranza dei ragazzi che soffrono di questi disturbi ha dichiarato di avere molte difficoltà nel comunicare con i genitori.
Ma cosa sono le dipendenze comportamentali?
Il concetto di “dipendenza comportamentale” è nato nella storia recente e, dal punto di vista clinico, è assimilabile alle dipendenze da sostanze. Si definisce sulla base di 6 criteri:
- Preminenza: il comportamento in questione tende ad assumere una maggiore rilevanza nella vita della persona a discapito di altri pensieri, sentimenti, azioni.
- Influenza sul tono dell’umore: la dipendenza ha conseguenze emotive negative
- Tolleranza: progressivo intensificarsi del comportamento di dipendenza per riuscire a “stare bene”. Funziona esattamente come le dipendenze da sostanze: più si fuma più si avverte la necessità di fumare. Quindi più si gioca, più si avverte la necessità di giocare, più ci si isola, più si avverte la necessità di isolarsi…
- Sintomi da astinenza.
- Conflitto interpersonale legato alla dipendenza stessa oppure all’incompatibilità della dipendenza con altri compiti o attività quotidiane.
- Recidiva: presenza di ricadute dopo le fasi di sospensione.
Le dipendenze comportamentali influenzano le normali attività umane (cibo, emotività, socializzazione) e chi ne è affetto non riesce a mitigare il suo comportamento nonostante ne avverta le conseguenze negative nella vita quotidiana.
Spesso sono indotte da sofferenza emotiva o fisica: iniziano come un momento di “fuga dalla realtà” ma poi possono sfuggire al controllo del soggetto fino a diventare dipendenze patologiche gravi a tutti gli effetti.
Tra le dipendenze comportamentali più comuni ci sono le dipendenze da gioco, internet, videogiochi, socialnetwork, smartphone, shopping, porno, serie tv, lavoro, esercizio fisico, dipendenze sessuali e affettive. A cui si aggiungono i disturbi dell’alimentazione.