Tra i mali del nostro millennio c’è sicuramente la dipendenza da social network, diventati quasi vitali nella vita di tutti noi.
Instagram, Twitter, Facebook e Snapchat, la lista potrebbe continuare perché nascono nuovi social oggi giorno per rispondere a questa o quell’esigenza.
Le nuove generazioni sono quelle maggiormente colpite, tanto che il modo di interagire dei giovani passa tutto attraverso internet: like, cuoricini e commenti hanno sostituito le care vecchie parole.
Per questo la morte di Ruby Seal, la 15enne che si è tolta la vita per non aver ricevuto like alle sue foto, non riesce a stupire più di tanto.
La morte di Ruby Seal
Lunghi capelli color grano e due profondi occhi blu, Ruby Seal aveva tutta la vita davanti, eppure questo non le ha impedito di togliersi la vita.
Il motivo del suo folle gesto va ricercato nel sue uso e abuso dei social network, che l’hanno portata a una vera e propria dipendenza.
E così come un eroinomane ha bisogno della sua dose, la dolce Ruby aveva bisogno che qualcuno la notasse, che lasciasse un like o un commento sottLunghi capelli color grano e due profondi occhi blu, Ruby Seal aveva tutta la vita davanti, eppure questo non le ha impedito di togliersi la vita.
Il motivo del suo folle gesto va ricercato nel sue uso e abuso dei social network, che l’hanno portata a una vera e propria dipendenza.
Vitale, solare e attiva l’arrivo del cellulare nella vita di Ruby Seal ha completamente stravolto il suo carattere e segnato il suo tragico destino.
A niente sono valsi i tentativi della famiglia di arginare il problema, per questo oggi la madre si appella attraverso un video per il The Sun per chiedere che i social network vengano vietati ai minori di 16 anni, le cui menti sono ancora vulnerabili e facilmente malleabili.
Dipendenza da social network: quali sono i “sintomi”?
Stando a una ricerca della Royal Society for Public Health circa il 5% dei giovani è affetto da una vera e propria dipendenza da social network.
Il primo sintomo è l’ansia, nata dalla continua messa in vetrina della vita di tutti i giorni e dal doversi adeguare agli standard dettati dai vari social
Foto e video di belle case, viaggi incredibili e volti felici può generare nei soggetti più sensibili e fragili un vero e proprio senso d’inadeguatezza.
Questo è strettamente collegato all’ossessione dell’apparenza, che colpisce in modo particolare le ragazze sempre più insoddisfatte della loro forma fisica, lontana dagli standard dettati da Instagram.
FoMo: la paura di non esserci
Un altro problema scaturito dall’abuso dei social network è quella che oggi viene chiamata Fear Of Missing Out, ovvero la paura di non esserci.
Ovvero la sensazione di non appartenenza, esclusione che scaturisce se non si è online, situazione che non fa altro che alimentare l’ansia di cui sopra.
Tanto che in molti giovani social addicted nascono dei veri e propri disturbi del sonno, dovuti al bisogno di dover costantemente controllare il cellulare per visualizzare messaggi, notifiche e nuovi contenuti.
A questo vanno poi aggiunti i dilaganti fenomeni di cyberbullismo: offese, prese in giro, body shaming, doxit, eslcusione e sostituzione di persona sono solo alcuni dei modi in cui si manifesta la cattiveria online.
Emanuela Ceccarelli