Negli ultimi cinquant’anni si è verificata una drastica diminuzione della fauna selvatica mondiale: più dei 2/3 delle specie è ormai andato perduto.
Proteggere la fauna selvatica e l’ambiente naturale è una grandissima sfida per l’uomo. Tuttavia, il numero di elefanti, pappagalli, tartarughe e orsi presenti sulla Terra sembra decrescere vertiginosamente da ormai da mezzo secolo.
È il WWF, World Wide Fund for Nature, a darne l’annuncio, in occasione della pubblicazione del Living Planet Index.
Le sfide più attuali
Questo non è che l’ultimo dei segnali di allarme lanciati dai membri WWF, che da oltre settant’anni si occupano del benessere del Pianeta e di chi vi abita.
La giornata delle foreste, l’appello per abolire la plastica e il supporto di un’idea di turismo responsabile sono solo alcune delle iniziative intraprese dai membri dell’associazione.
Oggi a preoccupare è la netta diminuzione della fauna selvatica mondiale.
Living Planet Index
Si tratta di uno strumento di riferimento fondamentale redatto ogni due anni.
Dai dati emersi dal rapporto, negli ultimi cinquant’anni l’uomo è stato capace di annientare oltre due terzi della popolazione animale selvatica del mondo. Un risultato spaventoso e allarmante.
Le aree maggiormente colpite sono quelle tropicali, ove il calo percentuale raggiunge il 94%. Le specie più minacciate sono rettili, anfibi e uccelli.
Le cause sarebbero da ricercarsi principalmente nell’atteggiamento dell’uomo in rapporto al Pianeta: una presenza sicuramente tossica e negativa sotto molti aspetti.
Tra le motivazioni principali della diminuzione della fauna selvatica mondiale vi è sicuramente la distruzione volontaria e costante di ambienti naturali.
Deforestazione ed espansione dei terreni di coltura non fanno altro che accelerare il decremento delle specie, a sfavore della biodiversità.
Tutte queste motivazioni, tra il 1970 e il 2016, avrebbero comportato un calo del 68% delle specie selvatiche presenti al mondo.
Il dato è agghiacciante ed estremamente preoccupante, tanto che il direttore del WWF internazionale, Marco Lambertini, parla persino di “ecocidio” e afferma:
“Stiamo assistendo alla distruzione della natura da parte dell’umanità.
In effetti, è un ecocidio”
Cosa fare?
È chiaramente necessario invertire la rotta. Se ciò non dovesse avvenire, un continuo e ulteriore calo sarebbe inevitabile. In alcuni casi si arriverebbe persino all’estinzione della specie.
Per far sì che questo cambiamento avvenga, alcune riviste scientifiche hanno suggerito di modificare il modo in cui viene prodotto e consumato il cibo.
Tra le chiavi di questa nuova etica, vi è sicuramente un’attenzione maggiore allo spreco, da ridurre il più possibile, e un consumo volutamente più “consapevole”, al fine di servirsi di alimenti a basso impatto ambientale.
Prendersi cura del Pianeta è in qualche modo parte di un tacito patto tra uomo e natura. Quello che emerge da questi dati è un disperato grido d’aiuto che la Terra sta lanciando ai propri abitanti, a cui noi tutti siamo chiamati, individualmente e no, a rispondere.
Giorgia Battaglia