Michele Marsonet
Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane
L’Africa sta diventando sempre più anti-occidentale e, soprattutto, anti-europea. Si tratta di un vero e proprio disastro diplomatico, addirittura con l’espulsione di numerosi ambasciatori di area Ue.
L’espulsione di numerosi ambasciatori a testimonianza della Difficoltà europee in Africa
Il Ciad, per esempio, ha ordinato all’ambasciatore tedesco di lasciare il Paese entro 48 ore. Colpa del rappresentante di Berlino è aver criticato il governo di N’Djamena per i ritardi nell’indizione delle elezioni dopo l’ennesimo colpo di Stato.
Ma ad essere colpita è in primo luogo la Francia, dopo il fallimento della sua spedizione militare nel Sahel (in funzione anti-jihadista).
All’ambasciatore di Parigi nel Mali sono state concesse 72 ore di tempo per lasciare il Paese. Anche in questo caso sono state alcune frasi del governo transalpino a scatenare la crisi. Aveva infatti definito “fuori controllo” i militari che attualmente governano il Mali. Il risultato è che ora, a fronteggiare gli islamisti, sono i mercenari russi della Wagner.
Identica situazione nel Burkina Faso. Anche qui il governo militare golpista ha intimato all’ambasciatore francese di andarsene perché non è più considerato un interlocutore affidabile. Il diplomatico aveva infatti scritto che nel Paese è in atto una guerra civile.
Inutile rammentare che la Francia era la potenza coloniale in loco, e aveva mantenuto una forte influenza anche dopo che varie nazioni avevano raggiunto l’indipendenza. I governi locali, tuttavia, non accettano più lezioni de democrazia da parte degli ex colonizzatori.
E non è finita qui. Sempre nel Burkina Faso la diplomatica italiana Barbara Manzi, rappresentante dell’Onu nella capitale Ouagadougou, è dovuta andarsene perché dichiarata “persona non gradita” dal governo locale.
Nel Niger, dove i francesi stanno tentando di mantenere una presenza militare, si susseguono violente manifestazioni contro tale presenza. A Khartoum, capitale del Sudan, è stato attaccato un convoglio diplomatico, mentre l’ambasciatore Ue è stato aggredito nella sua residenza.
Chi sfrutterà le difficoltà europee in Africa per aumentare la propria influenza?
Il caos è dunque totale, ma occorre rammentare che vi sono già altri Paesi pronti a rimpiazzare gli europei. La Cina di Xi Jinping sta estendendo la sua influenza in Africa da molto tempo. Lo stesso dicasi per la Russia e i suoi celebri mercenari della Wagner. Molto attivi anche gli Emirati Arabi e la Turchia di Erdogan, che sfruttano la loro appartenenza islamica. Piuttosto assenti, invece, gli Usa.
E’ evidente, a questo punto, che l’Unione Europea paga l’assenza di una precisa strategia comunitaria nei confronti dell’Africa. Il protagonismo dei francesi, che sono per l’appunto ex colonizzatori, ha causato più danni che vantaggi.