L’inglese, oggi, è una lingua internazionale che mette in relazione tutto il mondo. Infatti, senza considerare il cinese per ovvie ragioni demografiche, è l’idioma più parlato sul pianeta e conta 1.6 miliardi di persone che lo comprendono e lo usano. I due paesi che ne sono la culla – Gran Bretagna e Stati Uniti ̶ presentano notevoli differenze, nonostante appartengano allo stesso ceppo. A quanti di noi è capitato di vedere serie TV in cui erano presenti attori inglesi e americani? Ad esempio mi viene in mente Grey’s Anatomy in cui gli attori britannici sono costretti a camuffare il loro accento e renderlo più americano. Ciò accade anche nella realtà di tutti i giorni, se si ascolta parlare un americano e un inglese (potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta) nella stessa conversazione ci si rende conto delle divergenze: dall’accento alla pronuncia delle parole.
Le ragioni storiche
E pure perché in inglese esistono così tante dissonanze? Per trovare una soluzione è necessario fare riferimento alla storia e al suo sviluppo.
Come tutti sanno l’America è stata colonizzata da diversi paesi europei e tra questi molti cittadini britannici nel XVIII sec. si mettono in viaggio alla volta di un paese sconosciuto con l’intento di iniziare una nuova vita. Dapprima le due lingue non mostrano grandi segni di differenza, ma con l’avvento della Rivoluzione Industriale in Gran Bretagna verso la fine del ‘700, le cose cambiano.
Come è noto gli inglesi hanno sempre cercato di differenziarsi.
In questo momento molte famiglie grazie ai progressi tecnologici si arricchiscono nel breve periodo e iniziano a volersi distinguere dalle classi sociali più basse e, per farlo, cambiano il modo di parlare. Così modificano il rhotic speech in una “r” dal suono dolce, pronunciando parole come winter (“inverno”) in “win-tuh” invece di “win-terr”. Il linguaggio diventa più elegante e sofisticato e viene preso come modello da tutti, anche dalle low class, perché considerato più cool e attraente.
Di certo le classi aristocratiche dell’epoca non devono aver visto di buon occhio che “i diversi da loro” assumevano la stessa parlata, dopo la fatica che avevano fatto! Il nuovo modo di parlare viene chiamato “received pronunciation” e per questo motivo è da considerarsi più giovane rispetto all’American English che ha mantenuto le sue origini. Negli Stati Uniti, invece, si mantiene viva la presenza della “varietà rotica”, cioè una pronuncia marcata della lettera “r” in qualsiasi sua posizione.
Le dissonanze
Ciò nonostante un altro elemento che differenzia le due lingue è l’influenza del francese sul British English proprio per la sua vicinanza logistica, cosa che non è accaduta in America. E ciò si diffonde con l’arrivo di Guglielmo II Conquistatore che invade l’Inghilterra nel XXI secolo portando con sé il francese normanno e decidendo di usarlo come lingua ufficiale nelle scuole, nelle corti, nelle università e nelle classi sociali più elevate. Un duro colpo per la società inglese del tempo. In questo modo il francese ha iniziato a mescolarsi con il Middle English, combinazione di tutte le lingue che circolavano all’epoca. Una seconda ondata della presenza linguistica francese in Inghilterra è avvenuta nel 1700 quando era sofisticato usare parole e ortografia francese. Tuttavia non è stato l’unico idioma che ha influenzato le due varietà di inglese perché anche negli Stati Uniti si trovano tracce dello spagnolo, cilantro ad esempio è un termine americano derivato dallo spagnolo. È noto, infatti, che a Miami, in Florida, nonostante sia una città degli Stati Uniti, la maggior parte della popolazione parla come prima lingua lo spagnolo.
Altra differenza si trova nella nascita del vocabolario, in quanto il dizionario british fu realizzato da accademici di Londra, mentre quello american dal lessicografo Noah Webster. Il suo obiettivo era quello di rendere lo spelling americano più semplice rispetto a quello inglese proprio per sottolineare l’indipendenza degli Stati Uniti dall’Inghilterra. Tanto che Noah decise di eliminare tutte le “u” dalle parole che presentavano dittongo e al posto della terminazione in -ise, utilizzò -ize con la “z”.
Tuttavia un’ulteriore particolarità si trova nel parlato: l’American English, spesso, non pronuncia tutte le parole della frase, omettendo verbi e preposizioni cosa che non accade nel British.
Detto questo, le differenze elencate non provocano alcuna difficoltà ad un americano e ad un inglese nel capirsi durante una conversazione. È divertente, però, vedere che chi si approccia allo studio della lingua inglese parteggi per una fazione rispetto ad un’altra, ricollegandosi alle più disparate motivazioni: gusto personale, desiderio di vivere il sogno americano o, al contrario, essere appassionato della cultura inglese.
Laura D’Arpa